Non è il caso di inserirsi nella polemica che si sta svolgendo circa la sanità di mente dell’infermiera dell’Ospedale di Lecco che uccideva malati terminali con iniezioni d’aria. Si può anche ritenere che i folli hanno perso tutto tranne la ragione: la logica almeno.
Così il ministro Sirchia recentemente si è riferito al tema dell’eutanasia e si è chiesto “se bisogna continuare a tollerare questi cattivi maestri o ragire duramente perché la smettano di influenzare le persone più influenzabili”. I cattivi maestri non sono soltanto filosofi; sono anche politici che dovrebbero avere la saggezza di chi governa in vista del bene comune sempre salvando e promuovendo la persona umana. Olanda e Belgio hanno già approvato, pur in modi diversi, la “dolce morte”. Altre nazioni girano attorno al tema. Proprio in questi giorni si è discusso dell’argomento in una Commissione del Parlamento Europeo. Alla Camera dei deputati italiani giace una proposta di legge al riguardo.
Ci si può chiedere a quali pseudoragioni di solito si ricorre per sostenere la liceità dell’uccisione di persone debilitate.
- Si fa leva sui “casi pietosi” e si spinge verso un uso della comprensione e della volontà di togliere il dolore togliendo di mezzo il soggetto umano. Così si farebbe una “buona azione” invece che consumare un crimine.
- Si insiste sulla dignità che deve avere ogni persona anche di fronte alla morte: soprattutto di fronte alla morte, al punto che una persona possa desiderarla e provocarla a se stessa. E’ l’atteggiamento di Socrate che, pur di non ubbidire a leggi ingiuste, si avvelena immolandosi così all’imperativo della propria coscienza. E non è che un caso. Tutta una corrente di pensiero che si rifà allo stoicismo vive ancora e ragiona nel senso indicato.
- Si dichiara la vita priva di senso, e questa diventa oggetto di una scelta pressoché indifferente. Ci si uccide o ci si fa ammazzare quando non si riesce più a godere o a raggiungere uno scopo – sia pure futile – che si è prefisso.
Il ministro Sirchia non ha sviluppato una teoria; ha semplicemente richiamato un dovere di morale umana