Natale: la storia, il mistero, la gioia

Omelia nella Messa della Notte di Natale

Como, Cattedrale, 25 dicembre 2004

 

Stiamo vivendo uno dei momenti magici e decisivi della vicenda umana e della cronaca di ciascuno di noi: il Verbo di Dio si incarna e vive in mezzo a noi amandoci fino alla morte; e rimane tra noi risorto e salvatore.

  1. La storia

Quando si ascolta il brano del vangelo di Luca che ci è stato proclamato, si ha l'impressione di essere in uno studio notarile o in un ufficio di anagrafe dove si elaborano documenti di identità.

E infatti: si dice che Gesù è nato al tempo del censimento del Governatore della Siria Quirinio a Betlemme dove Maria e Giuseppe non trovano ospitalità protetta per il parto: i pastori che custodiscono i greggi vengono svegliati perché si avviino ad adorare il bambino che è nato; gli angeli intonano la gloria a Dio nel più alto dei cieli e la pace in terra agli uomini che Dio ama.

Lo sforzo dell'evangelista  è tutto proteso a farci capire che il Figlio di Dio si innesta nella storia con le sue coordinate di tempo, di spazio, di vicende meravigliose e comuni.

Ciò significa che il cristianesimo non è una religione mitica, o la proiezione di desideri frustrati, o la tabulazione di attese non saturate. Il cristianesimo più che una religione è un fatto, un accadimento che si colloca nel nostro vivere, ma ci trasforma, ci toglie dalla solitudine, ci dona la pienezza di grazia oltre ogni progetto che la nostra sfocata fantasia può emettere.

  1. La manifestazione della gloria di Dio

La lettera di S. Paolo a Tito legge nel fatto storico il messaggio arcano: scorge la presenza di un mistero che coincide con il Figlio di Dio fatto uomo.

Così si coglie la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, che ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo. Dio ha dato se stesso per noi nel suo Verbo divenuto carne, per riscattarci da ogni iniquità e formarsi un popolo puro che gli appartenga, zelante nelle opere buone.

Il fatto si rivela valore: e un valore ineliminabile dalla nostra condizione di peccato; e un valore necessario e al tempo stesso irraggiungibile con le sole nostre forze; e un valore che reca a pienezza ogni attesa e oltre ogni attesa.

La presenza di Cristo tra noi - una presenza che continua tutti i giorni, dopo la sua morte e la sua resurrezione - ci sradica dalla nostra condizione di solitudine disperata e dalla nostra sorte di dannazione a cui pure siamo votati e vogliamo giungere, se Dio stesso non ci libera dalla morte per introdurci nella vita divina.

Natale esige una contemplazione prolungata, intensa e serena, che sappia cogliere la presenza stessa di Dio nel pianto e nel sorriso di un bimbo.

  1. La gloria che ci è promessa

L'ingresso nella storia santa dove incontriamo il Verbo di Dio incarnato ci apre sull'orizzonte dell?infinito già in questa vita e pienamente oltre il tempo: noi esistiamo nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore Gesù Cristo.

Non sono tolte le sofferenze, ma sono santificate. Non sono eliminati i contrattempi della nostra esistenza terrena disseminata di umiliazioni, di crucci, di disperazioni talvolta. Ci viene data una gioia indicibile che può essere compatita dal mondo ma che nessuno può togliere, se non la decisione perversa del peccato.

Qui trova la giusta citazione il brano del profeta Isaia: il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si esulta quando si divide la preda, poiché hai spezzato il giogo che opprimeva l'umanità, la sbarra sulle sue spalle e il bastone dell?aguzzino. Tutto ciò perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un Figlio, il Consigliere Ammirabile, il Dio potente, il Padre per sempre, il Principe della pace.

 

Natale concede anche le emozioni delle pastorali e del caldo della famiglia. Ma chiede la conversione con il sacramento della penitenza, la ricezione dell'eucaristia e un cambiamento durevole di vita.

Maria interceda per noi, perché non abbiamo a essere ricacciati in una tristezza senza soluzione.

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