Preghiera al termine della processione

Solennità del Corpus Domini

Como, Cattedrale, 2 giugno 2002

Signore Gesù, perché ti sei interessato a noi? Perché non hai voluto stare lontano, ma ti sei reso prossimo alle nostre miserie e alle nostre vane esaltazioni? Perché non solo hai voluto essere vicino a noi, ma ti sei fatto uno di noi, perfetto uomo assunto nella persona del Verbo divino? Signore Gesù, perché prima di entrare nel mistero dell'ultra-tempo dove ora vivi e regni: perché hai voluto inventare l'Eucaristia che fosse segno e realtà della tua presenza umana e divina a noi? Perché hai deciso di rimanere tra noi sino alla fine dei secoli per essere nostro amico e consolatore, nostro sodale di cammino, nostro motivo di speranza?

Per quanto ci tormentiamo nell'indagine, il nostro pensiero fatica a trovare i motivi di questa tua dilezione. Possiamo dire che hai compiuto tutto per amore, ma amore è una parola che non dice quasi più nulla, se la nostra stessa esperienza non ha provato a vivere per gli altri e a volere il bene degli altri: anche di chi ci oltraggia e ci ignora; anche di chi ci ripaga con odio o trascuratezza.
Forse, l'intento segreto della tua presenza tra noi era un'affezione che non intendeva, quasi non riusciva a staccarsi dalle nostre colpe perdonate e ripetute, dai nostri gemiti accorati e dalle nostre lievi e fugaci letizie. Forse, la ragione vera della tua presenza tra noi è che volevi rendere concreta la tua parola: "Non abbiate paura, sono io". Tu sei la nostra vittoria sul mondo nella fede. Anche quando sembra che le file di noi credenti si assottiglino e il nostro predicare sembra non esprimere più nulla di significativo, e perfino la nostra testimonianza non richiama e non commuove più nessuno. Ma noi sappiamo che tu lavori nei cuori anche a nostra insaputa.
Signore Gesù, il tuo dimorare tra noi non è la staticità di una cosa, o il silenzio di una parola spenta, o il freddo di un cadavere. No. Tu hai voluto radicarti nel nostro destino come colui che muore e risorge per noi e per la nostra salvezza. Ti rendi amico dei nostri giorni non al modo di un simbolo che proietti le nostre inquietudini e i nostri desideri. Lo spazio del tuo vivere con noi è la celebrazione della Messa, quando tu rendi vero sacramentalmente il tuo morire e il tuo essere glorificato.
Signore Gesù, nella notte in cui venivi tradito, nella notte in cui tu stavi per tradurti - per consegnarti - a noi, già attuavi il tuo patire, il tuo morire e il tuo risorgere. Ora vivi e respiri tra noi come il supremo atto di donazione umana compiuta da Dio: i nostri altari sono picchi su cui si erge la croce di te, che vuoi attirare tutti alla redenzione. Signore Gesù, questo raggiungerci come morente e risorgente sommuove l'intera nostra esistenza che è chiamata a ripercorrere in sé la via della croce, il grande grido che squarcia il velo del Tempio per raggiungere la felicità oltre la soglia del tempo: la felicità che già abita come anticipazione nel nostro miserevole tempo.
Signore Gesù, rimani tra noi come l'esigenza e la possibilità di unirci pienamente con te per essere fratelli in modo nuovo e inarrivabile alle sole forze umane. La comunione è diventare con te una cosa sola: tutti noi una cosa sola con te. E questo radicarci nel tuo mistero ci rende una sola Chiesa animata dallo Spirito: una sola Chiesa che è dono, ma anche è impegno perché la vita non strida a confronto con gli ideali che ci proponi.
Signore Gesù fa' che possiamo veramente affermare che ci lasciamo raggiungere da te e quasi assimilare al tuo essere arcano e al tuo divenire umano e divino. Fa' che le nostre comunità diventino modelli di vita unitaria e cordiale e fattiva. Fa' che le nostre comunità abbiano il desiderio di trasmettere la tua parola e la tua stessa realtà di Redentore. Perché tutti gli uomini credano e aderiscano al tuo popolo santo.
Maria santissima, tu che hai la capacità di far tremare il cuore del tuo Figlio, quando ti rivolgi a lui, prega per noi peccatori perché abbiamo a vivere eucaristicamente e sinodalmente le vicende ecclesiali che ci vengono incontro.

 

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