Monsignor Maggiolini: sbaglia, con le zucche si fanno solo i tortelli

Intervista a Mons. Maggiolini

 

Milano. "Le zucche? Buone per farci i tortelli. O le frittelle, anche". Già ascoltato vescovo di Como, monsignor Alessandro Maggiolini, di ritorno da un pomeriggio di confessioni in Duomo, non nasconde il fastidio: "Di politica non mi intendo e non voglio intendermi". Eppure, i suoi allarmi sul rischio della 'fine della cristianit' ne avevano fatto, magari suo malgrado, una bandiera. Insieme a quel suo insistere sul federalismo. Ma le ventilate simpatie leghiste erano state spazzate via di colpo quando Bossi se l'era presa con il 'papa polacco': "Ogni dialogo è chiuso" aveva proclamato il sanguigno vescovo.

 

Monsignore, lei era stato uno dei vescovi più indulgenti nel giudizio sulla Lega. Non è vero?

Macché. Io Bossi l'avrò visto un paio di volte. E la prima, ho dovuto dargli sulla voce per correggerlo: aveva collocato Platone dopo Cristo.

 

E va bene. Ma la riscoperta di Halloween da parte del Carroccio, che effetto le fa?

Guardi, io ho cercato in diverse occasioni di farmi spiegare che razza di festa sia, che cosa ricorda, che cosa suscita.

E nessuno me lo ha saputo dire.

 

E' l'erede del capodanno celtico...

Ma per favore.

 

La urta l'aspetto commerciale della festa?

Mi urta l'insensatezza. Sento dire che anche il presepe sia un fatto commerciale. Persino il Natale. Ma al di là dei significati profondi, il presepio dice qualcosa di ingenuo. E l'ingenuità è la caratteristica dei cuori semplici e degli occhi brillanti. Una zucca resta una zucca. Non suggerisce. E' buona giusto per fare i tortelli e le frittelle. Del resto, lei sa a chi si dice zucca dalle mie parti?

 

Ai meno intellettualmente dotati, forse?

Ecco, bravo...

 

Eppure, ora anche i politici sembrano aver scoperto questa occasione di visibilità.

I politici... Bisogna anche vedere a che ora parlano. Se li senti alle otto del mattino, appena svegli, ti dicono una cosa. Alle otto di sera, dopo il terzo bicchiere, dicono tutto il contrario. E più tardi, il contrario del contrario.

 

Tutti?

Tutti, tutti... Compreso l'abilissimo Giulio Tremonti. Compreso il mio carissimo amico e collega d'università, Romano Prodi. Comunque, me li vedo bene tutti, a portare in giro zucche.

 

 

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