Grufolare tra le talari

Sono ormai diversi giorni – per non dire diverse settimane - in cui ritorna come un refrain il tema della pedofilia dei preti. Sembra che, se non si sta più che attenti, il tizio che passa dall’altra parte della strada con il col romè o con la veste talare nasconda chissà quali nefandezze: da rivelare nel segreto del confessionale o delle conversazioni lascive. Di solito vi sono di mezzo ragazzi. Suvvia, si neghi ciò che si vuole, ma è più facile circuire o ingannare un bimbo, piuttosto che rischiare un ceffone da un muratore di otto ore al giorno.

Il tema ritorna con una certa ripetitività: come c’è la pagina dello sport, quella barbosissima della politica, come c’è lo spazio della propaganda e quella, somigliantissima della cultura con i trampoli, analogamente si può dire che non c’è quotidiano o settimanale che non insista su queste vicende del resto assai monotone.

Al punto che si va da Londra all’Australia, dalla Germania alla Francia per spulciare notizie pruriginose in questo campo. Ci si chiede, anzi, se non sia giunto il momento di tirare un po’ il freno su questo lerciume.

Così che questa insistenza sembra diventata una sorta di chiodo fisso. Attenzione alle sartorie ecclesiastiche: sembra che nascondano sempre delle lercerie.

  • Intanto bisognerebbe distinguere i fatti provati dai “si dice”: quando qualcosa è accaduto si desidererebbe che fosse riportato nome, cognome, età, indirizzo: così, per non fare un minestrone urtante di ogni voce dal sen fuggita.
  • Poi bisognerebbe valutare le testimonianze: non è che i bambini siano bugiardi per principio, ma non è detto nemmeno che per principio siano sinceri sempre. Soprattutto se si mettono in batteria per costruire una fola a effetto.
  • In terzo luogo, spesso si fanno confusioni babeliche per quanto concerne i disordini contro la sessualità. Forse non sarebbe un male, senza insistere su una certa curiosità morbosa, aiutare i ragazzi a esprimersi con la chiarezza che usano quando parlano tra loro.
  • E se questa monotonia che fa ritornare spesso sui medesimi argomenti fosse tecnica per gettar fango sulla Chiesa ?

Poco su poco giù, forse i farmacisti o i fabbri ferrai non hanno meno tendenze devianti in fatto di omofilia. Perché si ritorna, invece, sul legame tra sacro sacerdotale e pedofilia? Al fondo di questo legame non sta una qualche tendenza morbosa?  Sono domande. Che non negano i fatti accertati, ma li ridimensionano e li gonfiano spesso come se fossero un costume corrente.

Santoro, poi non strappi dei lembi di veste bianca papale per ostentare una informazione che magari è tutta da dimostrare. Così si dica poco o tanto per le voci che si rincorrono circa gli operatori dei mass media religiosi.

 

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