Bullismo scolastico: chi rompe paga

Sembra del tutto inutile rifare l’elenco degli atti di vandalismo che alcuni studenti compiono nelle scuole italiane. Il fenomeno è aumentato in questi ultimi tempi. Pare sia scattata una gara a chi rovina di più gli edifici scolastici con gli arredamenti connessi. Vetri infranti. Scarabocchi non proprio da museo sui muri. Spaccature di cattedre e di sedie e così via. Le novità, a questo riguardo non sembrano indefinite. La ripetizione sembra una virtù perché non vuole dimostrare altro che una repulsione dell’istituto scolastico e di chi vi lavora dentro. Recentemente il Ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni ha deciso che possano essere stilati contratti con i quali i genitori si assumono l’impegno di rispondere direttamente dell’operato anche dei propri figli. Fioroni ha disposto che, nei casi più gravi, la sospensione degli alunni dalla scuola possa essere superiore ai 15 giorni e fino a tutto l’anno, arrivando addirittura all’esclusione dagli scrutini e alla non ammissione all’esame di Stato per i protagonisti di episodi di bullismo  più  devastanti. Con l’occasione, Fioroni presenta il manifesto vincitore per la campagna 2008 antibullismo , affiancato da una beniamina del pubblico giovanile, la ex-conduttrice delle Iene, Vittoria Cabello. “ La sanzione aiuta la nostra capacità di rieducare – spiega il ministro – perché bisogna ripristinare la trasmissione di valori da parte di scuola, famiglia e società.” Non si gridi all’eccessiva severità. In 10 mesi sono arrivate ben 12.874 telefonate al “numero verde”, impiantato contro il bullismo: una decina al giorno, più da genitori ( 36% ) e insegnanti ( 21% ) che da studenti ( 13% ). Il Ministero ha svolto pure un indagine che rivela una realtà piuttosto inquietante: un 85% di studenti ritiene che i propri compagni si comportino correttamente nei loro confronti convive con u  74% che racconta di aver assistito almeno una volta a episodi di prepotenza dei compagni.

“ Un contrasto – osserva Fioroni – che è lo specchio di una società la quale non riesce più educare i propri figli. Il fatto grave è che i ragazzi mettono in conto di poter essere oggetto di soprusi come se questi facessero parte della quotidianità della vita.” Sono proibiti anche i telefonini e le fotografie contro la volontà di chi è ritratto.

Una sgridata, anche a voce sostenuta, non sembra bastare per una retta educazione. Gli interventi educativi sono efficaci se toccano anche il portafoglio: non solo quello dei genitori; anche quello dei genitori che pure sono i primi responsabili dell’educazione dei figli.

Il rendimento scolastico non lo si  misura soltanto con la pagella: occorre osservare anche il comportamento dei ragazzi, se si vuole che domani ci si trovi di fronte a degli uomini responsabili di quanto dicono e fanno.

L’istruzione scolastica entra a far parte di un tutto educativo che può includere perfino l’atteggiamento di fondo del soggetto: perfino l’atteggiamento religioso. Libero

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