L’autorità, un tema attuale

 

Rintronano le orecchie della retorica sull’amore e sul servizio alla patria. Ammazzano un carabiniere o un poliziotto e talvolta ci si dimentica di presenziare al funerale; braccano un magnaccia,un stupratore o un assassino di bambini, e i servizi televisivi si allungano come romanzi d’appendice: tutti i particolari anche più scabrosi; proiezione di scene da guardoni; qualche lamento inefficace e si prosegue con un servizio sulle sfilate di moda.

E il rotolare dei principi morali non si arresta, poiché, quando si lascia correre un delitto, altri delitti si preparano non meno efferati. Tanto, la gente è abituata a vedere i telegiornali come sequenze di violenza e di profanazione delle persone. Si consola subito dopo, quando vi sono i riassunti e i risultati delle partite di calcio.

E’ giunta l’ora di recuperare il senso dell’autorità. Autorità che non è necessariamente esercizio di intolleranza, di costrizioni e di prevaricazioni.

Stiamo pure su un piano generale, includendo anche la famiglia e la nazione. Concediamoci alla laicità più austera, non necessariamente permissiva. Autorità significa “aiutare a crescere” e costituisce una funzione indispensabile nella articolazione complessiva dei rapporti interpersonali, perché ogni cittadino e ogni legittima aggregazione di cittadini abbia la possibilità di uno sviluppo umano armonico e completo.

Di contro, non è possibile ignorare l’eventualità – remota? – che i responsabili del bene pubblico si servano del loro potere per imporre  un ordine che sa un poco almeno di tirannia.

L’autorità anche civile si giustifica non solo per la competenza nella guida delle cose pubbliche, ma anche per la prudenza e l’equità di chi la esercita. Il che è quanto dire che non può esercitare il potere di comandare chi non è capace e non è orientato a obbedire, quando è necessario e opportuno. Dio solito si afferma che l’autorità è in qualche modo un servire. I cittadini non solo hanno l’obbligo di obbedire, ma anche il diritto di essere comandati con saggezza e rispetto delle persone.

Questa precisazione rimanda all’obbligo dell’osservanza di quella che si è soliti chiamare la “legge naturale”: di quella legge, cioè, che ha origine dalla struttura fondamentale dell’uomo e dalla creazione di Dio.

Il diritto e talvolta il dovere di fare le giuste rimostranze contro chi comanda ingiustamente deriva dal diritto che l’uomo sia rispettato e promosso alla pienezza della sua dignità. Si può essere concilianti fin che si vuole, ma non è possibile negare la legittimità di qualche insorgenza, quando è necessaria per esigere il bene, anche minimo, che spetta ai cittadini e alle nazioni. In altre parole, “ il cittadino è obbligato in coscienza a non seguire, anche a contrastare, le prescrizioni dell’autorità civili, quando tali comandi entrano i conflitto con la legge morale, con i diritti fondamentali delle persone o con gli insegnamenti del Vangelo” come è scritto nel Catechismo della Chiesa cattolica, n. 2238. Addirittura, anzi, entro certi limiti e con precise riserve, ci si può chiedere se sia lecito ricorrere alle armi. A determinate condizioni: se ricorrono tutte insieme le seguenti circostanze : “ 1) in casi di violazioni certi, gravi e prolungate dei diritti fondamentali; 2) dopo che si siano tentate tutte le altre vie; 3) senza che si provochino disordini peggiori; 4) qualora vi sia una fondata speranza di successo; 5) se non è possibili intravedere ragionevolmente soluzioni migliori (dal Catechismo della Chiesa cattolica, n. 2243)”. E’ evidente che il ricorso alle armi si fonda su una plausibilità assai remota, stanti le circostanze che giustificano l’intervento. Non si dimentichi che per la Chiesa cattolica questo mondo non è il migliore dei mondi possibili. Perciò non si può stravolgere la legge naturale, come quando, a esempio, si dichiara che la democrazia è sopra ogni valore: l’obbedienza assoluta la si deve a Dio, non alla maggioranza dei cittadini.  Detto diversamente: la democrazia non può diventare un nuovo Dio, una nuova natura. Sopra la maggioranza e la minoranza nella democrazia sta il bene e il male.

Risulta ovvio che una simile visione delle cose ha una vera consistenza quando alla base dell’uomo e dell’umanità sta l’opera del Creatore.

Non si obietti, perciò, che il cattolicesimo e l’ordine creaturale siano contro la struttura fondamentale dell’uomo e della convivenza anche civile. Si capisce così perché la Chiesa richiama continuamente il fine di tutto e di tutti: dare giudizi “ che riguardano l’ordine politico quando ciò sia richiesto dai dritti fondamentali della persona e dalla salvezza delle anime ( Gaudium et spes, n.76).

Instagram
Powered by OrdaSoft!