Comunione e Liberazione nella Chiesa

 

Anni fa, senza che scoppiasse una guerra guerreggiata, si era provocata una scissione non esigua nella comunità cristiana. Su Internet si può trovare l’anno di fondazione dell’Azione Cattolica nel 1916: una associazione, questa, che si era infilata perfino nei testi del Concilio Vaticano II con caratteristiche proprie: senza denominarla partecipazione all’apostolato gerarchico della Chiesa, essa veniva chiamata collaborazione all’apostolato gerarchico della Chiesa. Nel suo primo periodo di vita, questa associazione svolgeva un’attività di formazione prevalentemente spirituale. Non è che questa Azione Cattolica fosse estranea all’attività culturale e sociale. La sua finalità propria, se non esclusiva, era però la maturazione della vita cristiana con una particolare accentuazione sull’aspetto apostolico.

Con il passare del tempo crebbero altre aggregazioni ecclesiali di diverso tipo. I gruppi Scuots che, con la educazione prevalentemente religiosa, tendevano a far crescere la persona umana nella sua globalità: sport compreso, gioco compreso, formazione alla lealtà, al servizio umano soprattutto giovanile e dei poveri, accentuazione del carattere vibrante e costante della persona, capacità di iniziativa  nella assunzione di responsabilità ecc. Con lo scoutismo si manifestava il gruppo dei Focolarini. Con i Focolarini si esprimeva una spiritualità profondamente religiosa. Con i Focolarini, gradatamente, nascevano le formazioni del Rinnovamento dello Spirito, i Pentecostali, i Neocatecumenali e così via.

Da una situazione abbastanza unitaria e omogenea si passava a una condizione di pluralismo dove i gruppi ecclesiali sembravano prendere un sopravvento di importanza. Per non parlare delle diverse aggregazioni religiose orientate soprattutto e quasi esclusivamente alle manifestazioni soprattutto liturgiche. E senza includere i credenti più usuali, e non meno importanti, viventi nelle parrocchie, negli oratori ecc.

Non si può ignorare una qualche difficoltà di accordo tra le varie formazioni cattoliche. Sempre mettendo in primo piano l’Azione Cattolica anche se raramente si recano i motivi di questa presunta priorità.

Una novità di tutto rilievo si ha con la formazione di Comunione e Liberazione a opera di Don Luigi Giussani, professore di Teologia nel Seminario di Vengono e in seguito nell’Università Cattolica. La “Fraternità di Comunione e Liberazione” ottiene il riconoscimento nella persona giuridica ai sensi del canone 100 e dei canoni 684, 685 e ss del codice di Diritto Canonico con decreto dell’11 luglio 1980 dell’Abate Ordinario di Montecassino Mons. Martino Matronola e sotto gli auspici del Patriarca San Benedetto a cui si sono ispirati i gruppi adulti fin dal primo periodo della loro formazione apostolica e missionaria. In particolare l’Associazione si propone, oltre a una più intensa formazione spirituale degli associati, l’annuncio e la catechesi capillari, la celebrazione frequente dei sacramenti, il lavoro nel campo della cultura e nei mezzi di comunicazione sociale, come approfondimento ed espressione della propria fede e come servizio gratuito dell’altro, l’impegno missionario come senso della cattolicità della Chiesa e come scelta vocazionale in tutti gli ambienti della vita usuale. Desiderando i membri della Fraternità di Comunione e Liberazione vivere gli statuti in spirito di più stretta unione con la Chiesa e partecipare più intimamente alla missione della gerarchia, fanno capo al Pontificio Consilio dei Laici, da cui dipendono le associazioni di fedeli e i diversi movimenti ecclesiali;  il Presidente dell’associazione, reverendo Don Luigi Giussani, ha rivolto istanza a questo medesimo dicastero nell’intento di ottenere il riconoscimento Pontificio della Fraternità di Comunione e Liberazione.

L’allora Santo Padre, Giovanni Paolo II già informato della pratica in corso, nell’udienza concessa ai sottoscritti, il 16 gennaio 1982, si è benevolmente compiaciuto di incoraggiare il Pontificio Consilio per i Laici che procede all’approvazione ed erige e conferma in  persona giuridica per la Chiesa Universale l’Associazione laicale denominata  “Fraternità di Comunione e Liberazione”, dichiarandola a tutti gli effetti Associazione di Diritto Pontificio e stabilendo che da tutti sia riconosciuta come tale. “Auspichiamo vivamente che sotto la protezione della Vergine Maria, Madre della Chiesa e del Patriarca San Benedetto, patrono di Europa e della Fraternità di Comunione e Liberazione, i singoli membri e tutta la Fraternità diano chiara testimonianza della fede, esempi di pietà e di virtù in modo da costituire sempre e ovunque operoso fermento di apostolato a bene dell’uomo. Roma 11 febbraio 1982, Opilio Cardinal Rossi Presidente, Paul Josef Cordes Vice presidente.”

Non sfugga la data del 16 gennaio 1982: segna 25 anni di vita attiva e operosa della Fraternità di Comunione e Liberazione. Il 24 marzo di quest’anno il Santo Padre ha invitato in udienza i membri della Fraternità di Comunione e Liberazione a Roma per un incontro di riconoscimento e di preghiera: per una ripresa dei propri impegni ecclesiali ed apostolici anche.

I laici e gli anticlericali non confondano la data del venticinquesimo compleanno della fondazione della Fraternità di Comunione e Liberazione con una manifestazione politica o sociale. Verrà anche la data del 12 maggio, quando i cattolici – auspicabilmente tutti – scenderanno in una piazza romana per la difesa della famiglia.

L’udienza dal Santo Padre, come dice Don Carron, significa questo: “Il nostro gesto vuole essere un riconoscimento di ciò che il Papa rappresenta per la nostra vita e un’espressione del nostro desiderio di seguirlo. Andare a Roma è un segno di adesione semplice e totale alla sua persona e al suo magistero, di cui siamo tanto grati”.

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