Divorzio e dichiarazione di nullità del matrimonio

 

Giorni fa Papa Ratzinger, ricevendo i giudici della Rota ha richiamato il valore sacramentale e il carattere indissolubile del matrimonio. Il fatto sembra non costituire una notizia: si tratta semplicemente di una ripresentazione della Dottrina Cattolica sul matrimonio sacramento. L’anno si apre con quasi 2000 cause all’esame del Tribunale: 687 dall’Europa, 413 dall’America Settentrionale, Centrale e meridionale, 64 dall’Asia, 12 dall’Africa e 5 dall’Australia e dalla Nuova Zelanda.

Nel commento delle cifre il Papa ha richiamato la crisi della famiglia che, essendo istituto naturale elevato alla dignità di sacramento, non può essere manipolata a piacimento, soprattutto privandola della sua indole eterosessuale.

L’intervento papale ha forse bisogno di una spiegazione. Quello che viene detto “annullamento del matrimonio” non coincide con il divorzio. Il divorzio è da considerare una infrazione anche di una struttura umana naturale, e come tale non può essere attuata dalla Chiesa. L’annullamento, invece, - o meglio: la dichiarazione di nullità – si riferisce anche alle nozze religiose. Essa, tuttavia non infrange un vincolo indissolubile: si limita a sancire che quello che si pensava fosse un matrimonio nel suo nascere, non era una unità sacramentale valida: era una parvenza di legame sacramentale che viene dichiarata tale. Perciò quelli che credevano essere sposi, sposi non erano per svariati motivi: il rifiuto volontario di avere dei figli, l’incapacità di compiere l’atto coniugale, una parentela ignota ma esistente, una mancanza di libertà che conduceva ad una cerimonia priva di significato religioso ecc.

Il Papa, con questo richiamo si pone in contrasto con un relativismo ontologico e morale che si applica anche all’amore umano.

Per giungere alla dichiarazione di nullità di un matrimonio, occorre sottoporsi a un processo ecclesiastico dove vigono norme divine e testimonianze esteriormente registrabili. Ciò perché il matrimonio non può essere fatto e sfatto a piacere dei coniugi, ma ha una valenza ecclesiale. L’unità dei due ripete e attua l’unità di Cristo per la Chiesa. Il sottrarsi al giudizio ecclesiale significa estraniarsi dalla realtà del Signore Gesù, e quindi rimanere sposi in disaccordo con il modello e la causa del sacramento del matrimonio.

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