Ancora sul celibato dei preti: che barba!

Anni fa un rotocalco femminile francese fece un’indagine per sapere quante ragazze lettrici erano pronte a sposare un prete. Il risultato fu una caterva di voti per il sì. E può essere compreso il motivo. Di solito i sacerdoti sono uomini saggi, capaci di mantenere la parola, pronti alla dedizione per una rara gratuità; e poi sono il frutto proibito: ciò che è vietato è sempre più cattivante di ciò che è permesso. Da allora le indagini e le discussioni si sono moltiplicate a dismisura. Se nei discorsi entra il tema del sacerdozio cattolico, si può essere certi che tira con sé l’argomento del celibato: perché lasciare soli questi uomini capaci di amare in modo preclaro?

Giornali di ieri. Il cardinale brasiliano Hummes viene annunciato come prefetto della Congregazione del Clero: come un capo settore della Chiesa nel campo sacerdotale. Dunque, non soltanto la veste purpurea, ma anche la carica della direzione del personale più impegnato – se si può dire – della Chiesa: i preti, appunto. Cronaca dell’incontro di un giornalista brasiliano con il nuovo prefetto della Congregazione del Clero: dichiarazione rilasciata al quotidiano O Estado de S.Paulo. Secondo il giornale, Hummes avrebbe detto anche se i celibi fanno parte della storia e della cultura cattoliche, la Chiesa può riflettere sulla questione del celibato perché non è un dogma, ma una norma disciplinare. A questo punto il porporato si lascia andare ad alcune considerazioni teologiche e storiche buttate giù a spanne: “la Chiesa deve prima discutere se è necessario ridiscutere le norme del celibato”. Una vicenda che dura da secoli viene poi abborracciata in tre o quattro righe, senza dimenticare la pedofilia.

Come si vede, non si tratta per nulla di dichiarazioni esplosive, anche se la prassi del celibato sacerdotale tende a proporsi a partire dal IV secolo. E vanno nettamente distinti il caso degli uomini sposati che ricevono l’ordinazione sacerdotale dai preti già consacrati che pretendono di prender moglie. La confusione diventa ancor più aggrovigliata se si mettono in parallelo la dichiarazione di Hummes e il tentativo di fondare una Chiesa di preti sposati da parte di Milingo.

Nel giro di poche ore il cardinale Prefetto della Congregazione del Clero rettifica la sua che non era una intervista, ma semplicemente una brevissima serie di battute scambiate con un giornalista in vena di scoup. Forse anche i cardinali dovrebbero pensare bene a ciò che affermano prima di parlare. Soprattutto se alla porpora si aggiunge una carica curiale assai rilevante. La gente è ancora incline a credere alla parola di chi veste la porpora. Soprattutto se l’intervistato dirige un dicastero decisivo come quello dei preti.

Grazie, eminenza. Non per ciò che ha permesso che si comprendesse dalle sue frasi, ma dalla correzione che ne ha fatto. In gioco è lo spirito di fede vissuto dalla Chiesa occidentale. Non si tratta soltanto di abbassare il livello della spiritualità dei sacerdoti per avere una carrettata di parroci e simili. Che se ne fa la gente cristiana di preti che non si sforzano di vivere la Parola santa e il perdono divino e il pane e il vino eucaristici?

 

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