Il corpo di adolescenti a vendere

L’ex ministro e grande linguista Tullio De Mauro segnala tre casi in un mese che valuta non meritevoli di tanta pubblicità e di eccessivo scandalo: tre casi in cui delle ragazzine appena tredicenni fotografano a scuola parti del corpo e giochino di sesso con i fidanzatini: giochino che poi vendono via telefonino ai coetanei e in qualche caso anche agli adulti: il prezzo si alza con l’avvicinarsi delle fotografie alle sezioni corporee più intime e con l’ardimento – si fa per dire – delle scene di giochi sessuali che vengono ritratti.

Come per le parti della carne dal macellaio i prezzi aumentano con la richiesta. Per esempio: tre euro per un seno, un aumento graduale per fotografie più osées. Già che ci si è, si dica anche di una sedicenne che un sabato sera decide di filmare il suo rapporto completo con il ragazzo e poi spedirlo alle amiche che ricambiano il favore. Non si tratta che di casi isolati. Ma il vezzo si sta allargando fino a diventare fenomeno adolescenziale diffuso come quello del bullismo o quello delle baby-gang.

Gli insegnanti spesso sono svagati e distratti. I presidi sono più inclini a minimizzare che a denunciare: suvvia, sono ragazzi, stanno giocando, sono nella fase di scoperta del proprio e dell’altrui corpo che prepara uno sviluppo sessuale maturo. Così si assicura spesso, ma non ci si accorge, forse, che si sta staccando la componente sessuale dalla ricchezza della persona e dal rapporto amoroso della coppia.

Un altro caso: una preside ha preferito indagare in proprio la vicenda di una tredicenne ripresa con la macchina fotografica nel cortile della suola, mentre fa sesso con due coetanei: non gli passa nemmeno per l’anticamera del cervello di investire della questione le autorità di polizia. E dire che esiste l’obbligo di segnalare alla forza pubblica simili vicende perché non vengano sminuite fino alla banalità e non vengano in qualche modo consentite o addirittura agevolate.

L’abbassamento dell’età dell’imputabilità da quattordici a dodici anni può non essere la risposta giusta a questi fatti incresciosi e sudici. Gli adulti e le famiglie devono interrogarsi sul modello di valori che propongono ai ragazzi. Per non parlare dei media dai contenuti sozzi. Le analisi di questi fatti non mancano e sembrano moltiplicarsi con disinvoltura e leggerezza che dissociano le personalità degli adolescenti e soffocano i valori più autentici dell’amore che include anche lo spirito.

Lasciamo che i nostri figli si profanino senza ritegno. La televisione e altro sono ormai le cattedre più ascoltate. Ma domani che sarà di loro? Diventeranno capaci di emettere una decisione definitiva e totale del matrimonio? Saranno pronti, se sono credenti, anche a una consacrazione totale a Dio? Sembra di sognare. E i genitori non si illudano: il permissivismo non forma personalità: le dissolve. Riflettano anche gli educatori nei vari campi della vita. Non si ripeteva, una volta, che il cristianesimo ossessionava le persone per la questione del sesso? E adesso, l’ossessione dov’è? Con l’aggravante della vendita del materiale come se si trattasse delle figurine dei calciatori.

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