Pochissimi giorni fa, in riferimento ai fatti avvenuti a Roma all’inizio del mese di novembre, quando alcuni ragazzotti improvvisatisi Disobbedienti hanno preso senza alcun permesso e senza alcun prezzo vivande da un supermercato e libri da una rivendita, il ministro dell’interno si è sentito in dovere di precisare che non esiste un diritto all’esproprio proletario: c’è il possesso legittimo, il prezzo e il consumo. Se si vuole rimanere in una convivenza civile. 

        Veramente, la morale prevede casi estremi in cui un individuo può appropriarsi, di là dalla legge, di ciò che gli serve per superare una condizione di miseria che rasenti la fame. Ma occorre dimostrare queste circostanze. Inoltre, si dà certamente una diversità tra il furtarello di un ragazzo un po’ discolo e la razzia che può compiere in un negozio una torma di esagitati. Ma, anche qui, quando termina il lecito e inizia l’ingiustizia? Mille ruberie non si cancellano né si derubricano perché sono consumate da molti. 

        Con coraggio neanche molto spiccato, il ministro dell’interno ha qualificato i gesti richiamati non come “sbagli” su cui passare con condiscendenza, ma come “atti incivili e violenti” da paragonare al rubare vero e proprio, i cui autori devono essere arrestati, se colti in flagrante. 

        La gente anche più semplice aveva già capito dal 1968 che non ci si sarebbe arrestati a gesti di squisita maleducazione. Si entra in un supermercato, e via via si può progettare l’ingresso in un caveau di banca. Siamo ancora alle marachelle? La gente anche più semplice aveva già capito che, con dei ragazzi a zonzo per le strade, liberati da una scuola che li lascia abbastanza oziosi, era cosa presto fatta radunare legioni e battaglioni di eroi. Di eroi, mentre si tratta di ladruncoli che non disdegnano i mezzi violenti. 

        Bisogna leggere con attenzione l’uscita del ministro per accertarsi se si tratta di reato vero e proprio o di qualcosa avvicinabile all’amministrativo. E però, il ministro assicura che in futuro questi professionisti dei furti organizzati e giustificati in nome di non si sa quale rivoluzione, se colti in flagrante, saranno arrestati. Era ora che l’esecutivo spendesse una parola minimamente chiara. Anche perché, quando l’ordine non è assicurato dalla forza pubblica, è troppo facile che ciascuno si faccia giustizia da sé. Magari unendosi ad altri. E saremmo a una sorta di guerra tra bande. 

        Un’aggiunta: si tenga conto anche dell’esigenza di tutelare le forze dell’ordine. Le quali potrebbero voltarsi dall’altra parte, quando vedono annunciarsi qualche azione criminosa che già sanno impunita. Ma allora?

Instagram
Powered by OrdaSoft!