Una notizia piccola piccola da Roma. In caratteri illeggibili, undici righe striminzite e sperse in una pagina fitta di cronaca. Il Garante della Privacy ha stabilito che un cittadino italiano cattolico non è tenuto ad andare in Vicariato per esigere che il proprio nome sia cassato dai registri di battesimo o che, almeno, accanto al proprio nome, sia stesa una postilla la quale assicuri che il tale rinuncia al battesimo; basta comunicare alla propria parrocchia la volontà di non essere più considerato appartenente alla Chiesa.

        In altre nazioni, in Germania per esempio, il fenomeno non è nuovo: anche perché i fedeli, cattolici o protestanti, sono tenuti a pagare una tassa per il culto: il due per cento, mi pare, da cui sono esentati i non credenti. Da noi l’otto per mille lo si può liberamente destinare anche allo Stato. Più sicuri di così.

        Non riesco a capire che cosa c’entri la privacy con queste operazioni diocesane o parrocchiali. Uno ha sempre il diritto di dichiararsi religioso in modo diverso dalla massa, o ateo: può far sapere ai quattro venti o almeno a chi gli sta intorno la propria decisione. E va da sé che il proprio nome scritto nel  registro dei battesimi non è segno di santità consumata o di pur stiracchiata vita consequenziale. Staremmo freschi se in Italia tutti i battezzati fossero cattolici convinti e praticanti.

Sarò tonto, ma un’altra cosa non riesco a capire. Il registro dei battesimi non lede nessun diritto. Semplicemente annota un fatto: un fatto che si è svolto non perché la Chiesa ha prevaricato su un bambino, ma perché dalla famiglia le è stata chiesta dell’acqua sul capo di un infante con le parole sacramentali. E un avvenimento capitato non può essere dichiarato non capitato: né il parroco, né il vescovo, né il papa può cambiare la storia del passato. Sarebbe come se uno andasse in municipio a chiedere di cancellare il suo nome dal registro dei nati. La vita la si porta addosso fino a che non si muore. La fede la si può anche rifiutare. Ma non si può far sì che non la si sia avviata con un rito che intendeva essere di iniziazione.

Stia calmo il signore che non vuole più essere cattolico. Viva giorni felici. Chissà che più avanti negli anni non rimpianga ciò che intende e può ricusare senza alcuna resistenza burocratica. Basta una letterina. O anche niente.

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