Tranne il quotidiano di cattolici Avvenire, venerdì scorso tutti i giornali italiani hanno messo in prima pagina la pubblicazione di una nota vaticana circa la presenza dei gay nella società civile. Non mi sbaglio: Ratzinger ha presentato il documento, ma Giovanni Paolo II lo ha approvato: lo stesso Pontefice che intervenne reiteratamente per la pace in Irak e su altri fronti.

       L'insistenza della «nota» va, appunto, sul riconoscimento statale delle coppie di omosessuali. Il Papa rifiuta questa matrimonializzazione di convivenze omofiliche che qualifica come «gravemente immorali». Perché contrarie alla retta ragione, all'ordine biologico, antropologico, sociale e giuridico. Perché influirebbero negativamente sulla famiglia tradizionale formata come Dio comanda da un uomo, da una donna e dai figli. Perché l'eventuale adozione di bimbi da parte di gay, oltre a essere in contraddizione con la apposita Convenzione internazionale dell'Onu, significherebbe «di fatto esercitare violenza... nel senso che si approfitta della condizione di debolezza dei piccoli per introdurli in ambienti che non favoriscono il loro sviluppo umano».

       Di conseguenza i politici - almeno quelli cattolici - sono chiamati a opporsi a progetti di legge in questo senso o a diminuirne i danni dove tali norme siano già vigenti.

       Nulla di veramente nuovo, se non le solite obiezioni della presunta cultura - fosse anche marcia - che dovrebbe prevalere sulla natura. In vena di fantasia smodata, mi chiedo perché mai la legge si dovrebbe arrestare nella proibizione alla coppia omosessuale e non aprirsi all'orda -omosessuale o eterosessuale che sia -: una squadra di calcio, una sezione di scuola, un troupe di teatranti: i figli possibili sarebbero un poco di tutti, ma almeno si otterrebbero senza soverchie scartoffie. E i vantaggi economici e di status sociale sarebbero agevolmente raggiunti. Sì, poiché gira e rigira l'amore autentico non ha grande spazio in queste faccende di rivendicazione di diritti: si tratta piuttosto di poter subentrare al/la compagno/a nel contratto di affitto nel caso di morte - o di cambiamento di parere? - del partner; si tratta della reversibilità della pensione, del cumulo di assicurazioni eccetera.

       Chiedo scusa per lo scatto di immaginazione circa l'allargamento del nucleo pseudofamiliare. Ma negli omosessuali c'è forse una punta di intolleranza nel copiare le famiglie normali. E se si blocca la via dell'adozione, il tasso demografico potrà flettere ancora di più di quanto già cala nel nostro Paese: può anche non mancare qualche eccezione di fecondità, data la complessità dell'attuale processo di generazione. Figli dì languida scaltrezza. Poveri i nostri papà e le nostre mamme così poco abili.

       Ciò che colpisce è il non voler riconoscere una qualche diversità dei gay rispetto agli altri, i meschini; se diversità deve essere, sia orgoglio. Come uno che fosse gobbo e volesse misurarsi con il lancio del giavellotto o il salto in alto. Come uno che fosse un genio e si ostinasse ad atteggiarsi a mediocre. Come se io volessi cantare la cavatina con la voce stentorea che mi ritrovo.

       Non sto irridendo. Per nulla. Anzi, soffro affrontando temi come questo. A parte la possibilità che certe tendenze anomale siano corrette con serie e liberanti terapie, rimane da riconoscere il fatto che i casi più gravi di omofilia meritano stima uguale e forse maggiore dei Casanova più disinibiti e dei Dongiovanni più spregiudicati. Ed è tutto da dimostrare che un tradimento della moglie sia accettabile come un nonnulla, mentre i peccati degli omosessuali sarebbero sempre di una gravità inaudita. Il Papa invita ad accogliere «con rispetto, comprensione e delicatezza» uomini e donne con tendenze sessuali anomale, evitando «ogni marchio di ingiusta discriminazione».

       Il motivo è fondamentale e, se fosse capito, aiuterebbe a evitare molte discussioni inutili e sgradevoli; l'inclinazione omosessuale è «oggettivamente disordinata»; le pratiche omosessuali sono «peccati gravemente contrari alla castità». Insomma, «la tolleranza del male è qualcosa di molto diverso dalla approvazione del male»: qui entra la valutazione della coscienza davanti a Dio, Una valutazione che non sia troppo accomodante: come per i giovani dell'oratorio, le figlie di Maria e i genitori di famiglie numerose. E senza cogliere, dei comandamenti, soltanto il sesto e il nono; perché sono dieci, ed è meno arduo osservarne dieci che ridursi a due.

       In fin dei conti, è proprio la Chiesa, oggi, a essere monomaniaca circa la sessualità per di più distorta, o una mentalità e una prassi da tardo impero romano? Un'impennata di orgoglio, di umiltà, di pulizia, di letizia e di pace non guasterebbe nella nostra epoca elegantemente volgare. Il Papa difende i gay.

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