S. Messa agli operai delle Acciaierie Falk nella Vigilia di Natale

Omelia nella S. Messa

Dongo, 24 dicembre 1989

 

Cari Operai. Care Famiglie degli Operai. Cari Fedeli di Dongo e dell’Alto Lario occidentale.

Siamo nell'imminenza del Natale. La Messa che stiamo celebrando chiede a noi sentimenti di gioia per il Verbo di Dio che si fa uomo con noi e per noi.

E, tuttavia, non possiamo negare che questa gioia è turbata in cuore.

La minaccia di licenziamenti da questa Ditta: la minaccia che incombe su molti di Voi e che si può ripercuotere sulle Vostre Famiglie, è motivo di apprensione e di paura nei confronti del futuro. L’incertezza del lavoro sul posto grava soprattutto su quelli tra Voi che, per età non più giovanissima, prevedono di non riuscire tanto agevolamente a trovare un’altra occupazione accanto a casa. E questi sono proprio soprattutto coloro che hanno una Famiglia da mantenere.

Si profila così l’umiliazione di chi si è impegnato per anni a dare generosamente la propria attività, e che domani può trovarsi nella esigenza di cercare all’estero la dignità di un lavoro che procuri un adeguato sostentamento per sè e per i suoi cari. Si profila, anzi, l’umiliazione di chi, dopo aver compiuto coscienziosamente il proprio dovere di operaio, si può trovare forzatamente inattivo, almeno per qualche tempo. L’aiuto provvisorio di pubbliche provvidenze, attraverso una eventuale “cassa integrazione”, può togliere dall’indigenza, ma non corrisponde all’esigenza di fierezza che Vi caratterizza.

Il Vostro Vescovo condivide le Vostre inquietudini; condivide pure le ansie che si avvertono in quasi tutto l’Alto Lago di Occidente per la situazione di difficoltà e di depressione industriale ed economica in cui versa una vasta parte della zona.

Il Vostro Vescovo — a modo di fratello e padre nella fede, e a modo di uomo attento alle sofferenze del prossimo —, come già ha fatto in privato e in pubblico, si impegna perché sia scongiurato il rischio di una Vostra ricerca di lavoro lontano da casa, e addirittura il rischio, per alcuni di Voi, di una disoccupazione che aggraverebbe ancor di più la condizione di disagio locale.

Nuovamente mi rivolgo ai Datori di lavoro, ma anche a tutti i Responsabili economici, sindacali e politici che devono interessarsi della popolazione che vive su questo territorio, perché assumano sempre più le loro responsabilità e concretamente agiscano con tutte le loro forze, così da risparmiarvi la sofferenza che temete; anzi, così da migliorare la situazione lavorativa, economica e globalmente umana della zona in cui vivete.

Mi rivolgo anche a Voi perché cooperiate a trovare e a intraprendere nuove strade di occupazione che si presentassero come necessarie.

In particolare, l’attenzione privilegiata delle forze politiche non può rivolgersi soltanto a situazioni preordinate della geografia del Paese. Deve, invece, tener conto delle reali difficoltà di lavoro e di sussistenza, ovunque queste difficoltà si constatino nel Paese.

Non è mio compito di Vescovo segnalare soluzioni determinate e appropriate. E tuttavia, la comprensibile necessità di introdurre nuova tecnologia e di riconvertire i mezzi e le finalità della produzione, devono mettere al primo posto la persona con le sue necessità e con la sua dignità; la persona e la Famiglia che l’Operaio è chiamato a sostenere decorosamente.

Preghiamo perché il Signore che nasce, ci dia il coraggio di resistere alle tentazioni di sconforto, di risentimento e di strumentalizzazione che si potrebbero subire; ci dia anche il coraggio di saper affrontare nuove situazioni che si rendessero inevitabili.

Preghiamo perché chi ha il compito di risolvere i gravi problemi in cui ci dibattiamo, abbia la lucidità e la determinazione di intervenire.

Il Vostro Vescovo è con Voi a celebrare il Sacrificio della Messa per questi scopi. E invoca da Dio per ciascuno di Voi e per ciascuno dei Vostri Cari la scelta della conversione: di una conversione costante e crescente.

La vita di grazia sarà il motivo più profondo per continuare a sperare e per operare efficacemente in modo da veder riconosciuto, in concreto, il diritto al lavoro: il Vostro diritto e quello di chi abita accanto a Voi, sulla riva del Lago e nelle valli vicine.

Con la mia più affettuosa benedizione.

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