Chiusura del processo diocesano
della Causa di beatificazione
della serva di Dio suor Maria Laura Mainetti

Chiavenna, S. Lorenzo, 06 giugno 2006

 

Ciascuno di noi ricorda l’orrore provocato dall’uccisione di suor Maria Laura Mainetti sei anni fa: la stessa uccisione che ha provocato la ricerca delle testimonianze della sua vita cristiana esemplare e che oggi ci fa concludere il processo diocesano della causa di beatificazione di questa figlia della Croce.

La Chiesa non è precipitosa nel deporre i suoi santi sull’altare e nell’incoronarli con la corona della beatitudine eterna.

I sei anni passati non sono serviti soltanto per controllare le testimonianze di una vita esemplare sotto il profilo umano e cristiano: hanno sospinto anche a cercare i motivi più radicali che hanno guidato suor Maria Laura nella sua vita di fede e di carità. Così la comunità cristiana impara a conoscere i suoi figli a cui magari non presta attenzione durante la loro vita terrena. Il loro ricordo fa emergere aspetti che disegnano delle figure stupende di imitazione del Signore Gesù e di docilità allo Spirito Santo per la gloria del Padre.

 

1. La gente fedele si è già espressa nella valutazione della preziosità di questa presenza religiosa tra noi. Si può dire che non sono mai mancati fiori freschi al luogo dove è stata uccisa. Si può dire che molte preghiere sono salite a Dio attraverso l’intercessione di questa piccola suora capace di eroismo. Si può dire che il popolo di Dio che l’ha conosciuta attende che sia evidenziata la sua figura con le doti e gli sforzi e l’amore che ha espresso in tutta la sua vita di donna e di religiosa.

Adesso le testimonianze raccolte sono riunite in una sorta di sintesi che si rende attenta alle minuzie della vita quotidiana e al gesto straordinario finale di questa suora. Si tratta di testi che verranno inviati a Roma perché la Congregazione per le Cause dei Santi li analizzi davanti al Signore per l’edificazione della comunità cristiana di Chiavenna, della diocesi di Como e della Chiesa universale.

 

2. L’eroismo non si improvvisa nella esistenza di fede e di grazia: i costruisce giorno dopo giorno nelle parole e nelle azioni più minute e quasi insignificanti. La straordinarietà di una vita di grazia non la si ottiene con un gesto singolo e ben assestato. La vetta della perfezione cristiana è raggiunta, con l’aiuto dello Spirito e in unione con Cristo, nella ferialità delle parole sempre identiche e delle azioni compiute con fedeltà assoluta per amore del Signore. Così vi è una sorta di graduale preparazione alla santità che si manifesta via via quasi senza che ce ne avvediamo. Soltanto quando una sorella come suor Laura se n’è andata, allora ci si accorge che l’impronta lasciata sul cammino della sua esistenza è solida e dolce e sempre orientata alla unione intima e inseparabile con il Signore Gesù. I santi li si riconosce quando se ne vanno. Il loro ricordo non è una sorta di sequela di pagine che narrano i particolari della loro esistenza: la memoria che ce li rende attuali ce li svela nel loro mistero presso Dio.

 

3. Il cristianesimo non ama scagliarsi contro i colpevoli del male. Preferisce perdonare, poiché il Dio a cui serve è misericordia senza limiti. Il cristianesimo, invece, ama insistere sulla vittoria della fragilità umana resa vittoriosa dalla forza di Cristo. Siamo riuniti non per deprecare, ma per puntare lo sguardo su questa nostra sorella che ci ha tracciato la via che conduce al Signore senza tentennamenti e senza deviazioni. Perciò il raduno di questa sera è un atto di ringraziamento al Signore e un gesto di fiducia nella Chiesa che suor Maria Laura ha amato appassionatamente, così che la Chiesa stessa ce la riconsegni con la certezza della straordinarietà della sua vita usualissima. Da questa dinamica impariamo l’impegno che dobbiamo manifestare nella vita espressa in ogni vocazione. Il termine della vicenda terrena sarà nelle mani di Dio: del Dio che benediremo se ci assicurerà di poter cercare una nostra sorella tra i santi.

 

4. La gratitudine non è soltanto espressa dalle persone che hanno conosciuto suor Maria Laura, né dalle sole sue consorelle religiose. La gratitudine è il sentimento comune di Chiavenna e della Valle dei Giusti. E’ la volontà di ammirare le meraviglie di Dio tra noi – anche le più semplici – di imitarle nei giorni qualsiasi di una vita qualsiasi eppur singolare e unica nel suo splendore davanti a Dio. La gratitudine sarà la lode di tutta la Chiesa di Como, della Chiesa italiana e della Chiesa universale, poiché i santi sono dono per tutti.

E una comunità cristiana può dirsi felice finche ha tra le sue figlie una donna come suor Maria Laura: una donna che è modello e stimolo alla santità di tutti.

La tentazione sarebbe quella di pregarla già fin d’ora come se fosse beata e santa – e noi sappiamo nell’intimo che ella lo è già -; attendiamo la pazienza di Dio che si esprime nella Chiesa con la certezza che suor Maria Laura ci guarda dall’alto, ci segue, ci aiuta. E preghiamola fin d’ora nel segreto del nostro cuore.

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