Il Crocifisso che risorgerà
Celebrazione della Passione del Signore
Como, Cattedrale, 25 marzo 2005
Signore Gesù,
so che ti devo guardare
risorto: in uno sprigionamento di forza inarrestabile,
in un irraggiamento di luce abbagliante,
elevato alla gloria,
seduto alla destra del Padre,
comunicante lo Spirito di salvezza e di novità
che hai emesso sulla croce
e che ci santifica e ci glorifica
e ci sospinge alla vita compiuta
nel mondo che verrà.
So che sei nascosto e operante – risorto –
nella Chiesa e nei tuoi santi segni
per liberarci dal peccato
e per donarci la tua grazia e la tua magnificenza.
Non mi è dato di arrestarmi
ai tuoi dolori
e alla tua morte
come se questa fosse il tuo ultimo destino insuperabile;
la tua fine è inizio di potenza e di luce.
Mi fermassi ai piedi della croce
senza giungere all’imboccatura del sepolcro
vuoto,
celebrerei la mia tristezza
e mi chiuderei in un muro di morte:
in un cerchio che forse è tentazione seducente,
poiché nei momenti di fragilità
si fa vivo il gusto malato
del piangere e del disperarsi.
Eppure devo seguirti passo passo
lungo le stazioni
della tua passione:
a partire dalla liberissima
accettazione della volontà del Padre
che ti mette paura
e ti fa sudare sangue
e curvi la testa perché così sta scritto e stabilito
nella profezia,
ed è decisione dell’Abbà a cui ti consegni
per riscattare noi.
E ti abbiamo lasciato
solo,
noi, tuoi amici.
E siamo stati discosti e furtivi e ritratti
quando ti interrogavano
e affermavi che eri Figlio di Dio,
quando ti strattonavano da un tribunale all’altro
e tu tacevi,
quando ti dileggiavano
come re da burla
e ti mettevano sul capo la corona di spine
- e le spine trafiggevano -,
quando ti gettavano la croce
sulle spalle
e la dovevi trascinare fino al Calvario,
quando ti inchiodavano
le mani e i piedi
e ti issavano – con urto lancinante – sulla croce,
e ti sfidavano a salvarti,
tu che avevi salvato altri
e volevi salvare tutti,
ma non te,
e rifiutavi perfino l’attenuazione del dolore
e perdonavi chi ti uccideva
e vedevi tua madre straziata e lacrimante
ma silente e austera e partecipe al tuo morire,
e finalmente
ti rimettevi nelle braccia del Padre
che pur ti sembrava lontano e orribilmente assente,
e ci donavi il tuo Spirito
emettendo l’ultimo sospiro.
Grazie, Signore Gesù.
Uniscimi a te
Sulla croce del mio dovere
e della mia obbedienza.
Maria mi aiuti a piangere
e mi asciughi le lacrime
come una madre.