Attesa di una presenza disvelata

Veglia Pasquale nella Notte Santa

Como, Cattedrale, 26 marzo 2005

 

Voglio vederti,

Signore Gesù.

E non solo vederti, ma contemplarti e conoscerti con il cuore

e assimilarmi a te,

mio redentore.

E lasciare che tu

prenda possesso di me e quasi mi assorba

nella tua vita divina

e umanissima.

Voglio vederti,

Signore Gesù.

Ma non con la faccia deturpata dal sangue

e il capo coronato di spine

e le mani sostenute dai chiodi

e il costato trafitto

da cui esce sangue e acqua.

Voglio vederti,

Signore Gesù.

Splendente nella gloria della risurrezione,

collocato alla destra del Padre

come colui che manda lo Spirito

e ci perdona i peccati

e ci fa condividere la sua vita divina

e imparagonabile

eppure a mia misura,

di me arcanamente dilatato.

So che già ci hai salvati

e hai fatto nuovo il mondo

e sei presente tra noi nel mistero

e operi la nostra redenzione.

Ma ancora ti sottrai al nostro sguardo e al nostro tatto

perché vivi nei segni

del fuoco nuovo,

della luce splendente eppure oscura,

della parola che dice i peccati nostri

e canta la gloria dell’universo,

dell’acqua che ci lava dalle colpe

e ci immerge nel tuo morire e nel tuo risvegliarti

nel seno del Padre,

del pane e del vino che rendono attuale

il tuo sacrificio di dilezione smisurata.

Signore Gesù,

scosta la tela opaca

che mi separa da te

e vieni, disvelato,

incontro al mio camminare incerto

e donami una gioia

immensa,

eterna.

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