Vinci con il bene il male

Omelia nella Messa in occasione della Giornata Mondiale per la pace
(Preparata ma omessa)

Como, Cattedrale, 1 gennaio 2005

 

Anche quest’ anno il Santo Padre ci invia il messaggio per la giornata mondiale per la pace. Il tema proposto è : “ Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male”.

 

Un equivoco interpretativo

La frase, che è  di Paolo, potrebbe prestarsi a interpretazioni quanto meno equivoche. In chiave “ buonistica” si potrebbe dire che il  Papa invita a lasciarsi fare del male senza reagire e soprattutto lasciando che il prossimo e la società permettano ogni sorta di ingiustizia contro la quale il credente e l’uomo di buona volontà non dovrebbero reagire.

Da comprendere con esattezza è quel “ bene” che deve vincere il male. E’

“bene” una legislazione che consenta ogni sorta di male? E’ “ bene” l’accettazione di una violenza che turba l’ordine della società? E’ “ bene”

una giustizia esercitata in nome di un permissivismo che tutto o quasi assolve? E’ “ bene” che non si esiga una riparazione del male compiuto? E’

“ bene” che la pena inflitta per un reato, non si curi nemmeno alla lontana di rieducare il reo?

Si potrebbe continuare con gli interrogativi per far intuire che il “bene” a cui il Papa allude non è la licenza di poter fare ciò che si vuole anche contro la pace sociale .

 

La rinuncia alla legittima difesa 

Il singolo o una libera aggregazione di persone possono, magari per motivi di fede, esporsi alla violenza e al sopruso senza reagire . I martiri hanno compiuto questa scelta . Contro le discriminazioni violente a cui erano sottoposti, non hanno voluto imbracciare le armi : si sono offerti al morire in nome di Cristo  cui volevano testimoniare la loro fede vissuta sino alla fine.

Ma molti nostri pacifisti possono dichiararsi martiri, o sono disposti al martirio senza battere ciglio?

A parte il fatto che talvolta si esercita il pacifismo con la violenza,  rimane il fatto  che i veri pacificatori possono giungere al paradosso evangelico del porgere l’altra guancia  senza richiedere nulla in contraccambio: nulla che non sia la mannaia o la fucilazione. Ma si insista : si tratta di stile di vita assumibile dalla persona singola o da una  libera aggregazione, che per altro lo Stato ha sempre il dovere di tutelare e di promuovere.

 

La riparazione

Questi semplici accenni dicono che la società ha il dovere di legiferare per il bene dei cittadini. Gesù ha pagato il tributo, pur essendo Figlio di Dio.

Delle leggi permissive oltre il necessario e l’opportuno ledono la dignità della persona, e non possono essere né cristiane  né  riconducibile al cristianesimo. Così si dica per la messa in pratica di queste leggi: l’ordine pubblico deve essere assicurato  per motivi  umani e per permettere a chi vuole la libertà di una fede non coatta. L’esercizio della giustizia giudicante non può passar sopra al bene comune così da permettere ai violenti di comportarsi in modo innormato. Le pene inflitte ai rei non possono evitare di tendere almeno alla rieducazione della persona , pur lasciando a lato l’aspetto punitivo.

 

La dignità del colpevole

Si può e si deve attuare la giustizia in nome della dignità della persona che Cristo è venuto a rivelare e a motivare.

Non si rispetta la persona  quando la si tratta come un meccanismo privo di libertà, o quando si tratta un colpevole come se fosse un santo o un cittadino esemplare. Anche il perdono che si dà è orientato a far sì che il colpevole assuma la responsabilità di riparare il male compiuto e così ripristinare l’ordine violato.

 

La pace vera

Il cristianesimo va inteso non come un lassismo legislativo e comportamentale, nemmeno per la vita pubblica: chiede che i singoli cittadini e i loro raggruppamenti volontari siano protetti e promossi in vista del ben comune. Se si tratta di singoli o di comunità cristiane, ci si potrà presentare come modelli di cittadini attuando liberamente la norma evangelica che va di là dalla giustizia per lambire la misericordia : una misericordia  che esige a nuovo titolo la giustizia.  Come Dio che perdona, ma chiede di riparare il male compiuto. Cristo è l’icona insuperabile di questo stile: perdona,  e perciò  esige la riparazione del male compiuto e suscita nel cuore l’esigenza di tale riparazione.

Che altro significa  “Non lasciarti vincere dal male”? Come si vede, il credente ancor più che l’uomo di buona volontà non permette di essere sopraffatto dal nemico a cui perdona.

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