«Tu ci lasci un amore appassionato ed elegante»

 

Ciao, don Valerio.

Permettimi un ultimo saluto dopo i tanti che ci siamo scambiati lungo la vita: un saluto che esprime amicizia e cordialità; un saluto che riprende i lunghi colloqui che intessevamo sugli argomenti più disparati, compresa la morte.

Amicizia e cordialità: sono parole presto dette, ma occorre una vita per intesserle e pronunciarle nella verità. Non so quanti amici io abbia avuto in vita mia. Pochi. Ma questi pochi hanno lasciato l’impronta nell’esistenza: anche quando non ci si trovava in perfetto accordo e perfino si alzava la voce per sovrastare l’altro. L’amicizia non la si trova a palate su strade fangose. La si costruisce passo passo ascoltando con attenzione e intervenendo con parole contate: quelle che hanno un senso che esprime l’esistenza; quelle che non sciupano parole, ma dicono ciò che devono dire.

Ed ecco che l’amicizia un certo giorno si spezza nell’itinerario terreno. Continua oltre il tempo dove vi sono segreti da confidarsi, senza che nessuno ascolti, tranne il Verbo che si è fatto carne, il Padre che suggerisce il senso dei segreti più nascosti e dello Spirito che tace e pronuncia lunghi brevissimi discorsi dove tutto è rivelato senza una sillaba in più.

Don Valerio, ecco l’arcano del morire dove si dà una presenza assente e una assenza presente: presente più di quando si camminava per le strade del mondo.

Allora cambia l’intero paesaggio della vita: la città santa, la nuova Gerusalemme, pronta come una sposa adorna per il suo sposo scende e riassume gli uomini nella gloria. E non vi sarà più morte, né lutto, né lamento, perché la cose di prima sono passate. E colui che sedeva sul trono ecco io faccio nuove tutte le cose. Io sono l’alfa e l’omega il principio e la fine, come tu, Valerio dal battesimo arrivi all’altare e alla tomba dalla quale risorgerai.

Bisognerebbe enumerare tutte le beatitudini per descrivere l’intera tua vita di semplicità, di schiettezza e di decisioni.

Tu lasci alla tua chiesa diocesana un amore appassionato ed elegante per l’arte che dà gloria al Signore. Tu lasci al tuo pubblico televisivo e radiofonico la soavità e la robustezza di una voce che è preghiera: una preghiera che deve continuare. Tu lasci alla tua comunità locale tesori d’arte che rapiscono lo sguardo e introducono nel mistero della bellezza. Tu lasci alla tua fraternità ecclesiale uno stile liturgico fatto di proprietà, di eleganza, di seduzione. Tu lasci alla tua diocesi la passione per la carità a favore dei poveri. Tu lasci un patrimonio di arte e di grazia.

Tu lasci la tua chiesa che hai amato come te stesso e come il Signore Gesù. Ma non lasci noi. A Dio. Attendici don Valerio.

 

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