Aborto e perdono di Dio

Non si dovrà esimersi dal considerare la gravità del tema dell’aborto con una levata di spalle, come sembra lasciar intendere la relazione del Ministro Livia Turco in ottobre. In Italia – per stare al nostro paese – nel 2006 sono stati praticati oltre 130.000 aborti a fronte di 560.000 bambini nati: - 2,1% di aborti rispetto al 2005. – 44,6 % rispetto al 1982. da quando è in vigore la Legge 194/1978, che regola l’interruzione di gravidanza, sono stati praticati 4.500.000 aborti legali:il che significa non solo consentiti dalla  norma civile, ma anche sovvenzionati dallo Stato.

Negli ultimi 10 anni si è invece triplicato il numero di interventi effettuati da donne con cittadinanza estera, passando da un incidenza del 10,1% del 1996 al 29,6% del 2005; con una crescita del 66%. L’identikit della donna che abortisce tra i 20 e 24 anni, sposata (46,7 %), lavoratrice (46%) , casalinga (27,9 %), disoccupata in cerca di primo impiego (15,6 %).

E si dica che è fenomeno trascurabile questo massacro di vite umane indifese e innocenti. Qualche esperto di statistica potrà prevedere l’evoluzione futura che non sembra né lontana né rosea.

Il Papa è tornato sul tema in questi giorni ricevendo i Vescovi del Kenya durante la visita Ad Limina. Se si vuole operare una virata di bordo, non basteranno iniziative di gruppetti, né esortazioni pur accorate. Benedetto XVI ha richiamato il fatto che la cultura secolare globalizzata sta esercitando una influenza deleteria sulle comunità locali, come risulta dalle campagne delle agenzia che promuovono l’aborto.

Una premessa come questa non deve apparire come un invito a trattare con leggerezza la sacralità della vita umana, soprattutto quando le famiglie sono isolate e non collegate con altri nuclei familiari e di amici.

Papa Ratzinger invita ed essere molto misericordiosi anche da parte della Chiesa anche di fronte a queste grave colpe. “La comunità cristiana – afferma il Pontefice - dovrebbe aprirsi all'accoglienza di quanti si pentono di aver partecipato al grave peccato dell'aborto e dovrebbe guidarli con carità pastorale ad accettare la grazia del perdono, la necessità della penitenza e la gioia di poter entrare ancora una volta nella nuova vita di Cristo”.

Non c’era e non c’è, dunque una cesura tra un prima e un dopo, come se il delitto di aborto fosse cassato o risultasse meno grave di qualsiasi uccisione di una vita umana innocente e indifesa. E non significa un calo di attenzione di gravità: sul piano morale un omicidio rimane sempre un omicidio.

Ciò indica che il Papa prende coscienza di un minor influsso della Chiesa sulla vita civile oltre che sulla vita di grazia. Con il corrispettivo maggior impegno dei credenti e degli uomini di buona volontà a favore della vita umana.

 

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