Anche i matrimoni gay rischiano il divorzio

Per la verità non è proprio il primo caso. Già nel 2004 un tribunale dell’Ontario in Canada aveva pronunciato una sentenza di divorzio omosessuale, per cui due donne, dopo una relazione tra loro durata dieci anni, si erano sposate e separate cinque giorni dopo il sì fatale.

La notizia più fresca arriva dalla Spagna di Zapatero, il quale, come è noto, aveva riconosciuto il diritto alle coppie omosessuali di sposarsi e di adottare bambini. In questi giorni i due gay “sposati” hanno chiesto di separarsi con un divorzio in piena regola. Hms, di quarantatre anni, uno dei due, ha constatato che il suo “amore” era tramontato e ha domandato il riconoscimento della propria libertà ritrovata.

Tutto qui? Calma. Quando l’amore non è esclusivo ed eterno, si trasforma spesso in un baratto.

E infatti Hms ha avanzato i suoi diritti: esercitava la professione di modello, è passato a fare il parrucchiere per cani. Tutto per amore. Tutto per il matrimonio.

Ora Hms vive con un altro gay. Ma esige il riconoscimento dei suoi sacrifici e la possibilità dello stesso tenore di vita che aveva da sposato: due auto, uno chalet con 300 metro quadrati di giardino, vestiti griffati, crociere di lusso ecc. Egli pretende anche la custodia dei due cani che “gli sposi” avevano in comune, l’uso per almeno quindici anni della casa e settemila euro al mese di alimenti. E’ disposto anche a far vedere i cani al suo ex secondo modi e tempi che il tribunale deciderà.

I due convivevano dal 1993, ma avevano legalizzato in maniera ufficiale il loro legame lo scorso ottobre, facendosi iscrivere al registro delle coppie di fatto nel comune di Madrid. Poiché i due hanno passato tredici anni di vita in comune, la corresponsione degli “alimenti” deve prendere l’avvio dal fatto e non dal diritto.

Siamo a una nuova figura giuridica. E si può anche attendere che il fenomeno non si arresti tanto facilmente, se esso inizia dopo un anno dalla approvazione della legge.

Zapatero, come al solito, ha invocato la libertà e l’eguaglianza. Come se nel matrimonio tradizionale si consumassero necessariamente chissà quali soprusi.

Quando si apre una falla nei valori morali, l’amore – o comunque lo si chiami – si traduce in beni economici. Spiace anche per i cani.

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