L'Italia a metà. E adesso?

Il giocattolo si è inceppato. La democrazia che sembrava la soluzione assicurata in ogni caso, tranne una eccezione surreale, ha dato la soluzione surreale. Metà elettori a destra e metà a sinistra. Quasi un gioco del destino che vuole impedire il funzionamento di una macchina immaginata come perfetta. Metà voti più uno. Metà voti più uno: qualche migliaio, se si tratta di milioni di elettori. E a complicare le sommatorie ci si mette anche una sorta di premio di maggioranza per una delle due camere.

Ci si metta nei panni di Ciampi. Voleva designare in fretta il capo del governo, e invece si trova a dover fare i conti quasi con i decimali. E la funzione che desiderava fosse di un altro per poi andarsene subito, forse gli rimane sulle spalle come un gravame insopportabile e perfettamente in equilibrio. Quale presidente della Repubblica potrà uscire da una votazione come quella appena fatta? E quale autorità avrà un presidente eletto per il rotto della cuffia?

Ci fosse un congegno per il quale in caso di uguaglianza si impone l’unità tra le due forze politiche più consistenti, il problema sarebbe risolto. In Italia una soluzione del genere e in una circostanza come questa non è nemmeno da immaginare, dal momento che le elezioni, soprattutto negli ultimi tempi, hanno avuto il tono di un referendum pro Berlusconi o pro Prodi.

Il rischio è che si blocchi la macchina dello Stato perché qualsiasi formazione politica può impedire una maggioranza consistente o passabile. Si camminerebbe su un filo senza rete sotto.

Un’altra soluzione potrebbe essere la ripetizione della tornata elettorale. Ma chi ammetterà d’avere subito una sconfitta? E chi lascerà pensare che la lotta furibonda appena conclusa sia cancellata con un tratto di matita? E tuttavia, forse proprio questa è la conclusione che potrebbe aprire senza traumi una nuova epoca.

A meno che, con spirito di amor di patria e di volontà di conciliazione perché la nazione continui a funzionare, ci si rimetta a qualche gherminella che assomigli un poco all’accordo che si raggiunge tra credenti che si concedono vicendevolmente il perdono. Ma è ipotizzabile una simile concordia?

L’alternativa è che si continui a litigare ancor più di quanto si è fatto finora.

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