Più spazio alle donne nella Chiesa

Giovedì scorso, ricevendo i parroci di Roma all’inizio della quaresima, Benedetto XVI ha risposto a una domanda posta a bruciapelo da un sacerdote. La domanda era questa a un dipresso: “In futuro la Chiesa potrà utilizzare in misura e in modo maggiori le capacità proprie delle donne?”.

Benedetto XVI ha chiuso, ancora una volta, la questione del sacerdozio alle donne, affermando che il ministero presbiterale ed episcopale è un sacramento e non un potere di cui la Chiesa può disporre a piacere. In altri campi il papa ha promesso una più ampia valorizzazione della sensibilità e delle capacità delle donne. Non è che già da oggi le donne siano discriminate e quasi condannate nella comunità cristiana. Leggono la Bibbia anche durante la messa. Leggono le orazioni dei fedeli in cui si ricordano le necessità della Chiesa locale. Portano all’altare il pane e il vino che servono per l’eucaristia. Guidano le scuole di catechismo per i ragazzi e anche per gli adulti, se ne hanno le capacità. Aiutano a distribuire l’eucaristia quando i comunicandi sono numerosi. Vanno a visitare i malati e a portar loro l’eucaristia almeno nelle giornate festive. Cantano e magari dirigono il coro durante la messa. Gestiscono diversi servizi in oratorio a favore dei ragazzi. Lavorano nella Caritas accogliendo i poveri e cercando di capire le esigenze che vengono esposte. Vanno nelle case a portare gli aiuti che raccolgono. Guidano spesso la preghiera del rosario prima della messa. A volte sono animatrici delle veglie dei defunti prima dei funerali. Aiutano i sacerdoti quando questi intendono distribuire la comunione sotto le specie del pane e del vino consacrati. Ecc. Non sembra siano proprio inattive le donne nella Chiesa di oggi. Altre incombenze si possono aprire quando mancano i sacerdoti a condurre le comunità. Per esempio: possono leggere le pagine della Scrittura fissate dalla liturgia, commentarle con qualcosa che può assomigliare all’omelia concordata con il prete e distribuire la comunione. E altro. E altro.

Forse non è meno intelligente la preoccupazione di promuovere l’attività ecclesiale degli uomini: anche degli uomini sposati. Senza pretendere il sacerdozio, si tenga presente che, solitamente, la presenza delle donne in chiesa è doppia rispetto a quella degli uomini. Quando Gesù moltiplicò i pani, il vangelo dice che erano tremila uomini, senza contare le donne e i bambini. A occhio e croce erano novemila persone. Ciò senza nulla togliere alla originalità dei carismi femminili.

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