La comunione eucaristica con il pane e il vino consacrati

La prassi di ricevere l’eucaristia non solo con il pane, ma anche con il vino consacrati è antichissima: risale ai primi tempi della Chiesa. Durante l’Ultima Cena,  Gesù distribuisce il pane e il vino: Prendete e mangiate; prendete e bevete. Poi, per cause diverse, si venne all’uso delle distribuzione del solo pane consacrato: uso che è rimasto fino al concilio Vaticano II. Il quale concilio aprì la possibilità, in certi casi straordinari, di ritornare alla costumanza antica. Nei quarant’anni che ci separano dal concilio, gradatamente si allargò l’applicazione di questo rito.

Ed ecco che – la notizia è di questi giorni e non dovrebbe meravigliare più di tanto-: ecco che mons. Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, con l’inizio della quaresima permette la comunione sotto le due specie nelle domeniche e nei giorni festivi.

Il significato di questo cambiamento è un ritorno a dar corpo ai segni sacramentali dell’eucaristia: non più soltanto una particola che a fatica sa di pane, ma anche un sorso di vino secondo l’uso dell’istituzione dell’eucaristia. Così risulta più chiaro il concetto del sacrificio di Cristo e della Cena sacra.

Come si nota, non è che la comunione sotto le due specie offre maggiore salvezza, né suscita più viva santità. Ciò che cambia è, piuttosto, nel campo dei segni sacramentali.

Chi vuole potrà continuare a ricevere l’eucaristia con il solo pane consacrato, ricevuto in bocca o sul palmo della mano. Il nuovo – cioè il vecchio – rito presenterà delle sorprese nei primi tempi. Poi evidenzierà anche dei disagi. Per esempio, questa costumanza sarà accettata con piacere dove si radunano poche persone per partecipare alla S. Messa. La cosa cambia quando il popolo che si accosta all’eucaristia è numeroso e, dunque, richiede un tempo non breve. Per esempio, ancora, si tratterà di decidere il modo in cui dare il pane e il vino consacrati. Si farà per intenzione? Ma allora davvero risulterà più evidente il segno istituito dal Signore? Si porgerà il calice, dopo aver consegnato la particola, a ogni fedele che intende ricevere la comunione? Ma, in un periodo in cui l’igiene e perfino qualche schizzinosità prevalgono, saranno molti i fedeli che si presteranno a questo uso? Chissà se, dopo qualche tempo di novità, non ci si accorgerà che l’eucaristia può essere ricevuta anche soltanto con il pane.

Si allargano, tuttavia, le modalità di distribuzione della comunione. E questo può servire a intuire con maggior realismo il racconto evangelico.

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