Un catechismetto, un evento culturale

Papa Benedetto XVI ha consegnato le prime copie del Compendio dl Catechismo della Chiesa Cattolica ad alcuni rappresentanti della comunità cristiana: un cardinale, un vescovo, un sacerdote, una religiosa, una famiglia con una bambina ecc. Ciò significa che questo libretto è destinato a tutti, quanto meno per “un ripasso”. Non ci si meravigli: anche i cardinali e i vescovi hanno la memoria che dimentica, o hanno desiderio di chiarezza.

Si tratta di un sunto del catechismo grande - 900 pagine - uscito nel 1992: un libro, quest’ultimo, che moltissimi hanno giurato di leggere, ma poi spesso è finito tra i rimasugli del liceo, o rilegato ed esposto in bella mostra come le opere che non si degnano più di uno sguardo. Può sembrare esagerato esprimersi così, ma sono stati molti a osservare che quel testo era impervio, oltre che lungo. E toccava problemi che mettevano a disagio: tanto valeva lasciarli sonnecchiare. Ecco, allora, una sorta di “bigino”. Questa volta non si potrà portare la scusa che è intricato e prolisso, per non leggerlo. Non lo legge chi non ha voglia di leggerlo e amen.

Si dirà che questa volta l’elaborato è troppo semplicino. Ma non è vero. Vi sono cattolici che hanno lasciato le formule della dottrina e delle preghiere più comuni nella lontana notte dei tempi. Vi sono non credenti che discettano di dogmi, di riti, di morale e di preghiere cristiane, persone blasonate di lauree prestigiose – magari ottenute “honoris causa”- senza sapere l’ abc del cristianesimo, se non a orecchio, riandando all’insegnamento della nonna. E mostrano una sicurezza – una tracotanza talvolta - che fa pensare a dottorati in analfabetismo religioso. Si sa che di cristianesimo ciascuno si sente in grado di parlare: come di sport o di cantanti.

Non c’è bibbia, ma c’è il succo della Scrittura tradotto in formule che vorrebbero essere accessibili. E il procedimento che dà l’insieme delle convinzioni cattoliche è guadagnato a domanda e risposta, come si usava nei vecchi testi attualissimi e come si usa nelle interviste da noi.

Prima di rifiutare una proposta di pensiero e di vita, val forse meglio conoscerla un poco: “ affinché non si condannino delle cose che si ignorano”. E si dica pure che la dimensione veritativa non è il tutto della fede: chi si decide a credere non si svita il cervello. E poi da un’ idea può nascere lo stupore , la contemplazione, la mistica. Un libretto di questo tipo può formare dei Santi, o almeno dei dotti che sanno  perché dicono di no a Dio che li sta cercando ad ogni angolo di strada. Ma essi hanno deciso di non incontrarlo, ma non ci sarà libro che li costringerà.

Instagram
Powered by OrdaSoft!