L’interesse per il papa

La notizia è passata dall’apertura dei telegiornali a una posizione più blanda; eppure sembra che sia proibito tacere sull’andamento della malattia del papa. E la cronaca ha sempre un poco il tono concitato. Voci allarmate in televisione. Paginate di cronaca nei giornali. Bollettini medici ufficiali e tanta tanta amplificazione suggerita dai si dice non senza qualche pizzico di invenzione.Si può intuire la motivazione del dissenso anche a partire dai due dissenzienti. Il card. Bertone esce da una esperienza di alta teologia a difesa del dogma cattolico come segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede (l’ex Santo Uffizio). Padre Fanzaga è a contatto quotidiano con la gente più semplice che forma il popolo di Dio: specialmente anziani e ammalati, bisognosi di consolazione e di tenerezza.

Ci si può anche compiacere di questo interesse per il sommo pontefice da parte della opinione pubblica. Con qualche attenuazione di entusiasmo.Non penso ci si debba schierare da una parte o dall’altra. Si può credere studiando le fonti della rivelazione con esattezza scientifica e quasi con aridità. Si può credere lasciando che sia il cuore a stupirsi e a esprimersi.

Per esempio. Un malato ha non solo il diritto, ma anche il desiderio di essere lasciato in pace, senza che arrivino di continuo personalità a bussare alla porta per recare solidarietà e, forse, per controllare a che punto è la malattia.

Per esempio ancora: gruppi di fedeli si incaricano di eseguire dei canti e di scandire degli slogan perché il papa sappia che i suoi figli gli sono vicini. Ed è, spesso, un altro motivo di disturbo. Il troppo stroppia, soprattutto quando uno è infermo e ha voglia di riposare.

Per esempio ancora. Una selva di telecamere tra le più sofisticate è piantata sotto la finestra della camera del papa. Si tratta di strumenti di estrema precisione: riescono a cogliere anche le rughe e le smorfie più lievi. Sembra che una fotografia di un malato porti sollievo o vada incontro a una curiosità non sempre dominata.

E ciò per giorni e giorni.

Che dire del fenomeno? Che l’esposizione mediatica diventa poco o tanto profanante e stucchevole. Che l’interesse che muove la gente e che i mass-media vogliono coltivare si può descrivere come partecipazione a un dolore; ma, forse, si può riscontrare anche qualche venatura di sadismo. Che il personaggio studiato in mille modi è tra i più noti e famosi nel mondo attuale; e, tuttavia, non sembra ci sia motivo di infliggergli qualche sofferenza supplementare per la sua rilevanza. Del resto, anche le figure umane più onorate hanno bisogno di qualche stacco dalle proprie incombenze, e di qualche tappa di privatezza.

Da credente, vorrei aggiungere che tutto il desiderio di conoscere le condizioni in cui versa la salute del papa non pare sempre animato da fede. Talvolta è voglia di indiscrezione che fruga tra le pieghe di una personalità famosa per motivi che hanno poco a che fare con Gesù Cristo e con la Chiesa.

Non vorrei essere frainteso. Volevo soltanto richiamare il rispetto che si deve a un malato e invitare chi desidera a una preghiera. Serve assai più di tutte le notizie mediche e di tutti i disturbi che si possono recare.

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