L’influsso di Satana e la libertà umana
Si è concluso ieri l’altro a Busto Arsizio il processo celebrato contro le “bestie di Satana”: tre condanne; gli altri sei imputati saranno giudicati prossimamente. La causale della condanna a venti, sedici e due anni è data da tre omicidi e da una istigazione al suicidio. La vicenda era stata descritta come influenzata e, anzi, dominata da un influsso satanico.
A Roma, all’ombra del Vaticano, si sta tenendo un corso di aggiornamento sul fenomeno del satanismo e, più in particolare, della possessione diabolica. L’ateneo pontificio Regina Apostolorum in collaborazione con il gruppo di ricerca e informazione socio religiosa ha disposto sette lezioni tenute da quattro esorcisti, un teologo, un giornalista, una psichiatra, uno psicologo-poliziotto e un antropologo. Sarà interessante leggere gli atti. Per ora si deve rilevare che, in una cultura tecnologica, scettica, atea, gaudente – ma chissà – si infilano le streghe e, ancor più, i demòni che giungono a “possedere”le persone. Pieno gotico in mezzo ai grattaceli. Medioevo fosco fra la secolarizzazione più spensierata.
Che dire? Gli “spiriti forti” tengono alta la loro negazione del diavolo e delle sue incursioni nel mondo umano e cosmico. I fedeli un po’ inclini alla straordinarietà dei fatti religiosi vedono Satana anche in uno stormire di fronde. Come reagisce il credente senza eccessive inclinazioni soprannaturalistiche eppure coerente con l’insegnamento e la realtà di Cristo?
Prima di invocare la presenza diabolica di fronte a fenomeni anche strani, la scienza deve fare di tutto per spiegare i fatti con le sole cause naturali: scientifiche, se si vuole. Purché riconosca che non tutto riesce a motivare e a dominare. Questo “oltre” può essere campo d’azione del maligno: maligno che la fede cattolica ammette senza vederlo in ogni avvenimento. Non ha nulla di profanante questa pretesa di spiegare fatti accertati ricorrendo a entità spirituali e opposte a Dio. Basta che la scienza dichiari i propri limiti d’indagine di accadimenti che possono – e forse devono – essere attribuiti al demonio. La teologia, poi, e la prassi pastorale non si lascino trascinare troppo facilmente sulla scia di un demonismo anche troppo concessivo. E ritengano che Satana può, certo, condizionare le persone, ma non togliere loro radicalmente la capacità di agire in modo libero.
Per quanto concerne il giudizio espresso dalla Magistratura per fatti presunti satanici, la giustizia umana fa semplicemente il proprio dovere, se prescinde da forze occulte ascrivibili al mondo satanico.