In passato era quasi rituale che i vescovi, nelle diverse nazioni e con diversi stili, intervenissero a orientare liberamente l’espressione del voto politico e di chi accettava le loro convinzioni. Poi, anche per i rimbrotti spesso manifestati da cattolici che si dichiaravano adulti e laici e che oggi nuovamente invitano la gerarchia ecclesiale a sostenere le loro posizioni: oggi sembra che vescovi e papa vivano in un universo predeterminato o angelico. L’impressione è sbagliata. In vista delle prossime elezioni europee, il Comitato apposito dei vescovi ha emanato una nota orientativa pressoché totalmente ignorata dai grandi mezzi di comunicazione. In occasione della Assemblea generale della CEI, ieri l’altro, il card. Ruini ha ripreso pacatamente e puntigliosamente i richiami già espressi dai vescovi d’Europa, senza tacere la questione gravissima della guerra e del terrorismo in Iraq e con il musulmanesimo più pugnace.

        Non c’è motivo di riassumere per esteso la non sempre breve prolusione del presidente della CEI. Qui basti accennare al fatto che ha parlato anche delle ormai prossime elezioni europee. In quali termini? Il discorso può essere riassunto in brevissime affermazioni.

  1. Ve ne sono altri, però, enunciati con nuovo vigore: per esempio, la famiglia da difendere come un’istituzione naturale aperta alla vita e all’amore disinteressato; l’esercizio di una prudente e generosa fecondità, dovuta anche al fatto che “senza figli non c’è futuro”; per non parlare delle manipolazioni genetiche, dell’utilizzazione sperimentale di embrioni e così via.
  2. Se si ha qualche fiducia nel futuro dell’Europa, occorre sentirsi impegnati ad andare a votare. Da difendere sono valori fondamentali: i soliti che in questo contesto sono richiamati.
  3. Non è senza significato l’avvertenza a coltivare un atteggiamento di fiducia, di progettualità e di costruttività, dovuta in gran parte alla fede cristiana: senza mire egemoniche e ingiustificatamente espansionistiche. Lo si voglia o no, si è alla questione del domani dell’Europa: se l’Ue si lascerà soffocare dalla cultura nichilistica che sta coltivando non avrà un grande futuro. Nemmeno per gli europei attuali. E i loro diretti successori.
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