La nuova politica spagnola sta attuando a spron battuto delle “riforme laiche” che, comprensibilmente, hanno già fatto e faranno discutere contrapponendo non solo cattolici e anticlericali. Uno dei temi scelti per queste riforme? Maggiori servizi nella sanità? Una politica che metta la casa al servizio dei cittadini? Una scuola educante ed efficace? L’inizio delle grandi opere strutturali? Macché. Si inizia dalle revisioni più faticose e dispendiose messe a disposizione dei laici, appunto. In breve. E’ ormai sulla dirittura d’arrivo una norma che  permetterà il divorzio sulla sola parola anche di un solo coniuge: senza lasciar passare almeno tre mesi dalla conclusione del patto, senza recare ragioni che giustifichino la decisione revocativa, pur non onerosissime: l’adulterio, l’alcolismo o la cessazione della convivenza.

         Si noti: questo marchingegno funziona senza la ricerca e l’identificazione di un minimo di responsabilità da parte di uno dei due coniugi o di tutt’e due. Basta che uno dica che non sta più al gioco e la cosa è fatta: ciascuno va per la propria strada come se non ci fosse stato nulla, anche se c’è una nidiata di bambini – caso improbabile – da tirar grandi. Togliere la responsabilità del gesto di scissione implica il ridurre il matrimonio a una sorta di gioco a rischio: un rischio non facilmente calcolabile. E con i bambini non pare risulti molto rispetto nei coniugi: è sufficiente che uno di essi non desideri più il matrimonio, e otterrà il divorzio senza che l’altro o il giudice possa opporsi. Non serve più nemmeno quel poco di intuizione che aiuta a prender coscienza del rischio che corre chi fa una scelta definitiva: la scelta, semplicemente, non c’è. L’esito, se si può chiamare matrimonio, è paragonabile alla scelta dei dadi nei bussolotti o alle figurine  degli sportivi che si avvicinano di più al muro di cinta. Una sorta di gioco che vuol essere allegro e finisce per essere laido.

         L’impianto legislativo avrebbe forse qualche congruità, se a monte ci fosse un matrimonio vero e proprio o almeno qualche larva di matrimonio. Nulla di tutto questo. La marcia laicistica spagnola sulla strada gloriosa dell’amore umano non esige né lo scambio dei consensi – civili, sia chiaro, per i laici -, né la differenza dei sessi. Sarebbe come una sorta di “libera uscita” sessuale che può essere sognata da acerbi adolescenti o da decadenti bavosi. Il resto è spontaneità anche la più irrispettosa della persona. E chi ne porta le conseguenze sono i più deboli: la donna e soprattutto i figli.

         Per favore, spiegate il progresso di questi passi da giganti sulla strada della giustizia e della libertà. Il populismo è altro. E lo si paga avanti nei decenni, quando si avverte la difficoltà di riprendere la fatica e la gioia di vivere umanamente. Il cristianesimo recupera tutti i valori autentici e li supera.

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