Capisco benissimo la reazione del Ministro dell’interno Pisanu che liquida con una battuta secca le proposte del Ministro Calderoli di mettere una taglia sugli assassini del benzinaio di Lecco e di istituire un ministero per il crimine. Che si fa, una seconda forza pubblica? E la prima – la polizia, i carabinieri ecc. – che ci stanno a fare? Capisco anche che, in genere, i politici siano ostili a una iniziativa come quella segnalata: talvolta, con una certa riluttanza, dovuta al rispetto delle istituzioni dello Stato.

        E tuttavia, condivido l’opposizione al Ministro Calderoli fino a un certo punto. La taglia non deve derivare da motivazioni né da fonti politiche. Se la si accetta, deve essere pulita da ogni interesse di parte. Detto questo, non riesco a condividere lo scandalo che il suggerimento ha scatenato senza alcuna precisazione.

        Per esempio. Perché un sequestrato non può essere liberato pagando un riscatto che sia frutto del lavoro della famiglia a cui appartiene, nonostante il sequestro dei beni che la forza pubblica attua per contenere la criminalità in questo campo? Certo, sarebbe meglio se i responsabili del crimine fossero assicurati alla giustizia dalle forze dell’ordine. Ma se le circostanze rendono necessario un intervento ulteriore, che si deve fare? Lasciare che l’ostaggio si aggiusti e muoia magari, pur di non offuscare la dignità del potere esecutivo?

        Per esempio ancora. Occorre condannare in blocco l’uso dei pentiti, o dei collaboratori di giustizia, come vengono solitamente chiamati? E, in questo caso, non si integra la forza dell’ordine pubblico, dipendendo da criminali passati in giudicato o quasi? E, di fronte alla disponibilità di rivelare particolari utili a indagini anche massicce, non si ricorre al denaro pubblico? Si noti: qui coloro che aiutano la ricerca dei colpevoli di delitti sono spesso criminali incalliti. La somma erogata, poi, è presa dal bilancio statale. Non si vede perché a una famiglia o a un gruppo di persone oneste sia proibito sborsare denaro sudato per raggiungere ciò di cui si ha diritto.

        Bisogna ponderare tutti gli elementi di una situazione per giungere a una soluzione equa. Passando sopra le grida allo scandalo che tolgono la serenità di giudizio. Del resto, nessuno ama alla follia buttare denaro per raggiungere ciò che è già proprio e attuare una giustizia che lo Stato non sa raggiungere.

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