Ieri l’altro è stata approvata definitivamente la legge circa la procreazione assisitita. Salvo ricorso alla Corte costituzionale ed eventuale referendum. Come al solito, più che all’oggetto della normativa, l’informazione ha insistito sugli schieramenti politici che l’hanno approvata o respinta, o, ancor più, sui cosiddetti “schieramenti ideologici”, per distinguere i cattolici a favore e gli altri contrari. Catalogando così, senza soverchia misericordia una fede religiosa con risvolti umanissimi come un preconcetto gratuito e perfino violento. In fondo, tutto il problema sta nel chiarire se l’embrione è soggetto umano, pur iniziale, ovvero un grumo di cellule senza autonomia e senza vita personale. Ma un tale problema non può essere risolto da una visione puramente scientifica: l’empirìa, a cui è legato il metodo scientifico, non si può porre interrogativi circa l’anima o qualcosa del genere. Deve consegnare il problema al filosofo o semplicemente all’uomo di buon senso.

        Non sembra che la legge approvata sia da considerare la miglior normativa possibile. Chi ritiene soggetto umano l’embrione quale frutto di un atto d’amore tra un uomo e una donna, ha qualcosa da eccepire sulla artificiosità stessa della fecondazione. Del resto, rimane la possibilità di andare agevolmente all’estero per fare ciò che si vuole o quasi, e in Italia non è concesso. Si notano anche incongruenze abbastanza evidenti: l’embrione inseminato non può essere soppresso, e tuttavia può diventare oggetto di uccisione nei termini della legge sull’aborto. Ecc.

        Una legge imperfetta. Meglio di un niente che finisce per scatenare una allegra e macabra anarchia in fatto di embrioni e di paternità e maternità provocate in modo artificiale. Forse è utile evidenziare qualche valore che sembra flebilmente salvato dalla nuova normativa. I genitori – anche se soltanto di fatto e non sposati né religiosamente né civilmente, purché maggiorenni – sono richiesti, escludendo dalla legittimità civile i single, i gay, le mamme-nonne. I figli sono in qualche modo tutelati almeno perché viene esclusa la fecondazione eterologa – vale a dire con materiale genetico estraneo alla coppia – e la clonazione. Gli embrioni, poi: sono consentiti tre embrioni provocati artificiosamente per ogni tentativo di fecondazione. Gli embrioni non si possono, dunque, né sopprimere, né vendere, né utilizzare come cave di materiale genetico per sperimentazioni o diverse utilizzazioni.

        Non esultino i cattolici. Non esultino i laici. Una legge come questa finisce per scontentare tutti. Almeno, però, tien desta l’attenzione a realtà vive e decisive. Il figlio non sembra un diritto. Se no, diventerebbe un motivo di trastullo o quasi.

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