Anamnesi. C’era una volta il “Grande Fratello”: una sorta di occhio onniveggente descritto da Orwell nel romanzo “1984”. Più di recente la tecnica di controllo si è trasformata in un giochino pettegolo e invasivo della TV su Canale 5. Ignoro in che cosa precisamente consista. So che si scelgono, tra i numerosi candidati, alcuni giovanottoni pelosi e nerboruti che vengono chiusi in una sorta di bunker con ragazze – all’apparenza almeno – emancipate e disinibite. Si chiudono a fare che? Le fanciulle non sferruzzano per confezionare maglioni o calzini. I maschi non coltivano l’orto. Non hanno a disposizione neppure i giornali. Passano il tempo parlando di nulla, nuotando o scambiandosi confidenze da bar. Per chi è in crisi si dà anche un “confessionale” dove si può aprire il cuore: davvero? e a chi? Tutti sono vestiti poco più che della propria pelle. Vince – credo – chi dura di più in questa stupida penitenza. E le telecamere seguono ogni ospite: dove si arrestano?

           Diagnosi. La novità di quest’anno consiste nel fatto che tra i candidati alla clausura c’è – forse – anche un prete: don Vincenzo Passante, 39 anni, parroco di Calandrino, nel napoletano, dove sembra non abbia soverchio lavoro da sbrigare. Se non sarà tra i “prigionieri”, commenterà – a quanto pare – le vicende dall’esterno sotto la guida della madre superiora Barbara D’Urso. Afferma che tra i candidati vi erano altri preti (dobbiamo credergli?). Motivi della richiesta di don Vincenzo? Vive tra i giovani, i quali – sentenzia – van seguiti dove si trovano. Fin dove? Aiuta persone in difficoltà. Coltiva la musica: forse non Palestrina o Bach. Vuol partecipare al “Grande Fratello” per recare la parola del Signore a milioni di telespettatori ansiosi di ascoltare il Vangelo. Secondo lui bisogna stare in mezzo alla gente rischiando: rischiando che cosa? e se il rischio fallisce? Occorre essere moderni, aperti; e qui cade il rituale richiamo al Concilio Vaticano II probabilmente leggicchiato senza eccessiva acribia. Assicura che, “se partecipasse a quel programma, dovrebbe essere considerato un ‘eroe’” (perché mai?) e “farebbe scoppiare una bomba atomica d’amore”. Bum! Cristo è andato in croce, non in TV, e senza darsi arie di eroe. Se la prende, poi, con il card. Tonini e con don Mazzi che l’hanno criticato, mentre in TV essi ci vanno volentieri. (Don Mazzi – afferma – ha fatto “cose incredibili a ‘Furore’: per evangelizzazione o per esibizione?”. Veramente ricordo anch’io d’aver visto questo frate e un altro ballare come orsi bruni con ragazze discinte: spettacolo pietoso).

        Terapia. Che cosa ci sono a fare i vescovi, se non richiamano all’ordine preti che partecipano a lotte no-global, che rifiutano la morale sessuale della Chiesa, che cedono il pulpito a un omosessuale perché si glorifichi la notte di Natale eccetera eccetera? E poi, chi tutela i sacerdoti che compiono con fedeltà il loro dovere, predicando, celebrando, confessando, insegnando catechismo a bambini e a ragazzi di cui animano i giochi mentre ingoiano polvere nel cortile dell’oratorio? E poi, quale stima può riservare la gente cristiana – e anche non cristiana – di buon senso a preti strampalati e un poco vagheggini?

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