Ci risiamo. Sul finire dell'estate. A Rimini, sulla spiaggia, non in un convento. Un meeting che non si limita a cerimonie devote - ci sono anche queste -, ma si sporge su problemi umani fondamentali come la felicità, quest'anno. E ospita personaggi di spicco non tutti baciapile. Ed espone mostre di indubbio valore culturale. Insomma, Comunione e liberazione. Se ne parlerà anche stavolta e voleranno i soliti slogan come invettive: integralisti, fondamentalisti, tradizionalisti, chiusi nel loro ghetto religioso, intolleranti su questioni di verità ecc. Non: bigotti, per esempio. Chi passa da uno stand a un altro, da un percorso a un altro, da una sala a tenda a un'altra nell'enorme villaggio allestito può imbattersi in giovani - e non più giovanissimi - spigliati e per nulla azzimati i quali vanno da una conferenza a una testimonianza, a un dibattito, a una tavola rotonda e così via. Si parla di cose serie come avviene raramente: e non soltanto di politica e di economia.

       Mettiamoci anche qualche frecciatina sugli schieramenti politici a cui CL si allinea - e cambia - e su quella potenza sociale che è la "Compagnia delle opere". Cose che, però, non coincidono con il "movimento".

       Chi sono, dunque, 'sti ciellini? Senza canonizzarli come santarelli - essi pure non si preoccupano troppo di difendersi, preferiscono lasciar parlare i fatti -, si presentano come uomini e donne di oggi che, magari con qualche punta di gergo e qualche inflessione di voce che ricorda il Fondatore: uomini e donne di oggi che, però, hanno sperimentato un "incontro" con Cristo il quale ha cambiato la loro vita, pur lasciando qualcosa ancora da cambiare. Così si esprimono: incontro con Cristo. E uno potrebbe immaginare una sorta di esperienza mistica rarefatta, eterea, sfuggente. Macché. Il Signore Gesù - assicurano - lo percepiscono in una comunità concreta con nomi e volti precisi - non sempre sublimi - di persone che intendono vivere il mistero di Dio nella vita di ogni giorno: come studenti, docenti, elettricisti, banchieri, commesse ecc.

       Bisognerebbe spiegare: Cristo da questi credenti - dovrebbe essere per tutti così - non è ricordato come una lezione o come un personaggio del passato; è ritenuto come vivo e regnante quale Dio e uomo: capace di recuperare, di salvare e di sublimare l'umano. Cristiani, perciò uomini e donne. E nella concretezza del Signore Gesù avvertono lo stupore di chi vede spiegati i grandi interrogativi e appagate le supreme attese della vita. Occorre tempo, impegno, misericordia e ripresa ogni volta che si affievolisce l'entusiasmo per la perfezione cristiana, ma è già gran cosa lasciarsi prendere da questa passione che non desiste davanti a ogni scacco. Occorre pazienza e fatica per trovare il senso delle proprie vicende e della storia nel Signore Gesù. Ma uno sguardo d'insieme lo si può intuire da subito. Poi ci si affida.

       La comunità è il luogo più denso e realistico del lasciarsi assimilare da Cristo. Ci si aiuta fra i membri. Ci si sostiene. Soprattutto là dove manca l'aiuto di una famiglia alle spalle. E si avverte l'esigenza di "dire", con le parole e con il comportamento , a chi si incontra sulla propria strada, la novità che il Signore Gesù incontrato ha offerto. Non bisogna stupirsi o stizzirsi di una qualche insistenza con cui i ciellini tirano Cristo nel discorso. Né valutare artefatta una certa gioia proclamata: la si può avere anche nascondendo il pianto. Né sarà rispettoso rifiutare di netto e quasi con fastidio una certa aspirazione a convertire con la quale ci si imbatte. Ci si potrà negare. Ma va capita l'ansia di comunicare - magari in modo maldestro - la gioia più grande che questi ragazzi hanno in animo. Da innamorati. Da amanti. Acuti quanto riescono.

       Dopo di che, si intuisce la volontà di costruire una cultura cristiana pienamente rispettosa della libertà di tutti e della consistenza dell'umano e del cosmico.

       I movimenti ecclesiali disturbano - dividono - la Chiesa? Vorrebbero svegliarla un poco. Ritenendosi essi stessi come Chiesa da ringiovanire. Non è giusto imputare a loro i disagi che risultano da situazioni in cui la grande comunità - le parrocchie, le diocesi - si è ridotta quasi a una scatola vuota. Profezia, missionarietà, evangelizzazione ecc. sono atteggiamenti di tutti i fedeli: dal papa ai vescovi ai sagrestani. Riconosciamo ai ciellini l'entusiasmo di un'avventura non irrilevante. Bisogna stare attenti, perché può venire alle labbra perfino un grazie. E stiamo umili tutti.

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